2016-12-15 15:21:00

Il Natale di solidarietà di Cesvi e COSPE a favore dei diritti e della salute delle donne e dei bambini


Nel 2015, secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,  oltre 300.000 donne nel mondo sono morte per cause legate alla gravidanza o al parto. Nello stesso anno, quasi 6 milioni di bambini, circa 16.000 al giorno, sono morti prima di aver raggiunto i 5 anni di età

Tra le principali cause di morte ci sono le complicazioni legate al parto e circa il 45% dei decessi infantili sono legati alla malnutrizione. A mettere a rischio la salute di mamme e bambini ci sono anche l’HIV/AIDS, che nel 2015 ha causato la morte di 110.000 bambini  e la malaria, che lo scorso anno ha causato circa 306.000 vittime tra i bambini sotto i 5 anni di età, particolarmente vulnerabili alla malattia.

Anche per questo, Cesvi (Cooperazione e Sviluppo), organizzazione nata nel 1985, ha lanciato la campagna ‘Salva i bambini, regala vita alle mamme’ perché, prendersi cura delle donne incinte e dei loro bambini, promuovendo la salute e riducendo la denutrizione, significa investire nel futuro. Fino al 17 dicembre sarà possibile aderire tramite sms solidale al numero 45519.

Molte morti potrebbero essere evitate implementando interventi essenziali per la salute materno-infantile. Questo l’obiettivo dei progetti di Cesvi in Somalia, Zimbabwe, Libano e Myanmar, dove avere un figlio vuol dire ancora rischiare la vita.

Ne parliamo con Daniela Bernacchi, Amministratore Delegato di Cesvi.

Nella seconda parte della trasmissione ci occupiamo di diritti delle donne in Afghanistan, considerato il paese più pericoloso al mondo per una donna con l’indice di uguaglianza di genere più basso in assoluto (0.71). Fin dall’infanzia le donne sono discriminate in tutti i principali ambiti sociali: accesso alla salute, all’istruzione, alla giustizia, alle opportunità economiche, alla rappresentanza politica. Si calcola che 2,4 milioni di bambine non vadano a scuola e che il tasso di analfabetismo femminile raggiunga l’88%.

A questo si somma il dramma della violenza fisica, psicologica e sessuale, nell’82% dei casi perpetrata in famiglia. Lo spettro di vessazioni include abusi, delitti d’onore, rapimenti, prostituzione coatta, stupri, matrimoni precoci e forzati. Maltrattare e uccidere una donna resta un crimine impunito, anche in presenza di leggi che formalmente lo condannano.

Dare un sostegno a ragazze e donne vittime di violenza e discriminazione e aiutarle a costruirsi un futuro migliore è l’obiettivo del progetto “Vite Preziose” di COSPE onlus, al quale è possibile contribuire fino al 18 dicembre 2016 con sms e chiamate solidali al 45526.

I fondi raccolti andranno a finanziare le attività della Casa Protetta e del Centro Donne, due strutture che l’associazione gestisce a Kabul. Qui le donne possono trovare non solo protezione e aiuto nei momenti di grave difficoltà o pericolo, ma anche opportunità e strumenti per diventare protagoniste della propria vita.

Ospite ai nostri microfoni Anna Meli, responsabile comunicazione e raccolta fondi di COSPE.

 








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