2016-12-15 12:34:00

Migranti: Gentiloni a Bruxelles porta l'accordo coi sindaci


Il premier Gentiloni  debutta al Consiglio Europeo dove tra i tanti dossier c’è quello sull’immigrazione, in particolare la revisione del Regolamento di Dublino per i migranti che chiedono asilo e l’intensificazione dei piani economici con i paesi africani, come la Libia, per lo sviluppo locale. A Bruxelles Gentiloni porta anche l’accordo raggiunto ieri tra il ministro dell’Interno Minniti e l’Anci in merito alla ripartizione dei migranti sul territorio nazionale.  Un’intesa equa ed efficace a fronte anche dei numeri dell’emergenza, diffusi ieri dal Viminale: 177 mila 533 persone sbarcate nel corso dell’anno, il 18% in più rispetto al 2015. Sull’accordo, Cecilia Seppia ha sentito il sindaco di Prato Matteo Biffoni, Delegato Anci per l’immigrazione. 

R. – Riteniamo che questo possa essere un buono strumento. Un accordo forse è qualcosa di diverso, nel senso che qui non c’è un accordo vero e proprio; c’è la creazione di uno strumento operativo che secondo noi facilita la vita a quei comuni che, comunque vada, verranno coinvolti da questo fenomeno.

D. – Per i Comuni che aderiranno in modo volontario allo Sprar, si parla di clausola di salvaguardia: ci può spiegare in che cosa consiste?

R. – Noi abbiamo fatto un’ipotesi di lavoro, che non è scritta nel marmo, però è un’indicazione di massima. I comuni sotto i 2.000 abitanti, quelli più piccolini, nuclei minimi di invio – 3, 4, 5 persone al massimo, quindi famiglie, più o meno; per le grandi città metropolitane, un’indicazione di massima intorno ai 2,5 – 2,6 migranti ogni mille abitanti come tetto massimo. Significa che se tu sei lì dentro, questo è il tetto massimo e non può accadere, come accade adesso, che ti chiama un prefetto – quando ti chiama – a te sindaco, e ti dice: tra 36 ore, tra 48 ore arrivano 10, 20, 30, 40 persone … Non può funzionare! Questo è quello che ha messo in difficoltà tante comunità, che ha creato tensioni, che ha fatto scattare le paure.

D. – L’auspicio è che questo piano possa evitare frizioni, come quelle di Goro e Gorino, nel Ferrarese, dove davvero abbiamo visto una brutta pagina della Storia del Paese …

R. – Non c’è dubbio; e hanno commesso un errore, a mio modo di vedere: hanno fatto un passo falso. Questo bisogna evitarlo. Se il sindaco o la comunità hanno fin dall’inizio contezza, conoscenza di quanti saranno, che c’è un tetto massimo; coinvolto, sa in quale quartiere, in quale strada, in quale ambiente sono; che mi gestisce, qual è l’operatore che gestisce quegli spazi … Diventa tutto molto più gestibile. Capiamo che non è popolare, capiamo che è un’operazione scomoda: lo sappiamo tutti, tutti ne faremmo a meno. Ma visto che c’è, tra non gestirla e invece provare a impostarla in questo modo, probabilmente si riesce a mettere insieme la dignità dell’accoglienza di queste persone che arrivano senza incidere sul territorio, senza creare tensione sul territorio che è l’altro aspetto che ci preme in maniera assoluta.

D. – Il premier Gentiloni debutta oggi al Consiglio europeo dove, tra i tanti dossier, c’è anche – ovviamente – quello sull’immigrazione, in particolare la revisione del regolamento di Dublino per i migranti che chiedono asilo. Gentiloni porterà questo accordo, questa intesa, questo piano raggiunto con l’Anci. Voi, come sindaci, che cosa vi aspettate dall’Europa, forti anche delle parole che ieri ha detto Juncker, e cioè che la gestione dei migranti non deve incidere sul patto di stabilità, o meglio: deve rimanere fuori dal patto di stabilità?

R. – Le parole di Juncker, che sono importanti; la lettera di Papa Francesco agli 80 sindaci che hanno partecipato il 10 e l’11 dicembre – qualche giorno fa – all’iniziativa nella Pontificia Accademia delle Scienze, in Vaticano, che è un altro segnale molto importante … Noi ci aspettiamo che finalmente tutte queste sollecitazioni diventino fatti. E quella posizione che aveva il governo italiano, del presidente Renzi, “Noi non firmiamo nulla sui bilanci nella ridistribuzione fondi, finché non c’è anche la ridistribuzione dei migranti”, penso, credo e spero che sia un'acquisizione anche del nuovo governo. Non è più sostenibile l’idea “siamo europei solamente quando c’è da prendere i soldi e non quando c’è da prendere i migranti”. Noi la nostra parte la stiamo facendo, con tutte le difficoltà che abbiamo.  Ma la stiamo facendo in maniera più che corretta. E’ bene allora che tutti si prendano la propria responsabilità. Superare Dublino è doveroso, sacrosanto e l’Europa deve fare la propria parte. Certo è che noi abbiamo bisogno di risorse e le parole di Juncker vanno in questa direzione:  insieme alle risorse, c’è bisogno però delle modalità operative. 








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