2016-12-22 14:24:00

Sant'Egidio: guida per poveri. Stato e burocrazia frenano solidarietà


“Roma dove mangiare, dormire, lavarsi”. Torna la guida per i poveri, 2017, redatta da 27 anni dalla Comunità di Sant’Egidio. 235 pagine, con oltre 600 indirizzi di strutture e servizi, rivolti a persone italiane e straniere bisognose di ogni tipo di assistenza: disoccupati, senza fissa dimora, alcolisti e tossicodipendenti, giocatori d’azzardo, detenuti, donne vittime della tratta, minori. La guida - presentata stamane alla stampa - sarà distribuita gratuitamente in 12 mila copie. Il servizio di Roberta Gisotti:

Le povertà materiali e morali sono in aumento – ha denunciato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio - ma cresce la solidarietà:

R. – Devo dire che l’Anno giubilare della Misericordia ha suscitato tante nuove energie di bene e di sostegno alle persone più povere, che troviamo nella nostra città di Roma, che vediamo agli angoli delle strade e in tante altre situazioni di difficoltà e di precarietà. Quindi noi abbiamo registrato un aumento della solidarietà non solo della nostra comunità di Sant’Egidio ma di tante associazioni e parrocchie, che si sono messe a disposizione delle persone più povere. Certo è che la povertà aumenta, registriamo ancora quasi 8 mila persone che non hanno una dimora fissa nella nostra città, le strutture di accoglienza sono ancora troppo poche e poco si è fatto soprattutto a livello istituzionale per trovarne di nuove.

D. – Lei ha detto: “Dalla crisi si esce insieme”. Ma con chi e come?

R.  – Il nostro è un mondo di persone sole, si è poveri anche perché si è soli. Si è poveri anche perché non si hanno prospettive di uscita dalla crisi. Qui si pone il problema di un nuovo accordo tra le istituzioni pubbliche e il mondo del volontariato e i cittadini che hanno tanta voglia di fare ma che spesso non trovano a causa di modi complicati o di una burocrazia fredda e tante volte colpevole di trovare le vie concrete per uscire dalla crisi.

Per contrastare la povertà - ha aggiunto Impagliazzo - occorre agire su due fronti, quello della casa – ci sono 26 mila domande in attesa per le case popolari a Roma – e il lavoro, non basta un reddito di cittadinanza se non è finalizzato a dare un’occupazione. E poi sostenere le famiglie con tre o più figli. E non dimenticare anche le comunità Rom in povertà assoluta. Poi un aneddoto sulla burocrazia che frena: c’è stato un bando pubblico per servizi ai poveri – ha raccontato Impagliazzo – disertato da tutti perché è stato impossibile capire e soddisfare le richieste per concorrere!








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