2016-12-23 15:13:00

Un Natale diverso per le prostitute minorenni di Sarzana


Stasera alle 23.00, cinquanta prostitute, tra cui molte minorenni, parteciperanno alla Messa della Notte di Natale presso una stazione di servizio a Sarzana, in provincia della Spezia. Un’iniziativa organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII all’interno della campagna nazionale “Questo è il mio corpo” volta al reinserimento sociale di donne che decidono di cambiare vita e all’azione di contrasto della domanda di prestazioni a pagamento. Durante la Messa si pregherà anche per i "clienti", i primi responsabili dello sfruttamento di queste donne. Roberto Gerali, coordinatore delle unità di strada, spiega come è nato il progetto. L'intervista è di Giulia Angelucci:

R. – E’ nato perché, come stiamo da parecchio tempo anche dicendo e denunciando, le strade in più parti di Italia si sono nuovamente riempite di ragazzine, di bambine in particolare, che vengono dall’Africa ma soprattutto dalla Nigeria. E vedere anche i nostri territori dove andiamo da oltre 15, 16 anni, che nel giro di pochi mesi, un anno, a questa parte, si sono nuovamente rinfoltiti di bambine di 15, 16, 17 anni, ci ha fatto proprio pensare che dobbiamo fare qualcosa di più. In particolare, questo evento legato alla nascita di Gesù, pensando a loro che sono schiave, che non sono libere, che sono costrette, che sono forzate, abbiamo detto almeno facciamo passare loro una serata degna di una festa. E’ chiaro che per noi, per tutti, la festa è quando si è liberi, quando non si ha nessun tipo di vincolo.

D. – Quali sono, se ci sono, altre iniziative, sempre in Italia, riguardo la tratta della donna?

R.  – Sì, so che anche in altre parti d’Italia dove andiamo, per esempio a Torino, in Piemonte, nel bolognese, a Rimini, città che sono molto colpite, si fanno sempre eventi, in particolare magari si va a consegnare anche un piccolo dono, un piccolo regalo. Il vero regalo che vorremmo fare a queste ragazze, che sono per noi sorelle e figlie, è quello di liberarle da questo stato di sfruttamento e di schiavitù. Cerchiamo di essere vicine a loro, a parte settimanalmente, quando andiamo con i nostri gruppi di strada, con le nostre unità di strada. Spesso ci siamo anche di più di una volta alla settimana. E’ chiaro che l’obiettivo nostro è di fare la proposta di lasciare questo orrore, questa grave ingiustizia che subiscono e che vivono. In questi giorni a Torino 5 ragazze, tra cui una minorenne, sono andate via nel bolognese; nel riminese lo stesso due, tre ragazze… Ieri sera a Ferrara una ragazzina di 18 anni che sembra sia incinta… Quindi abbiamo un movimento continuo.

D.  – Per l’iniziativa di stasera quali sono le forze impiegate?

R. – Noi abbiamo tanti giovani, in questo momento abbiamo una ventina di giovani che stanno venendo con cadenza settimanale, si alternano nei nostri gruppi… Abbiamo dei volontari, abbiamo altre associazioni che hanno aderito, per esempio la Caritas della Spezia, con cui siamo in collegamento per diversi progetti… Abbiamo anche altre persone di buona volontà che ci conoscono e che ci sostengono a loro modo. Quello che vorremmo dire, anche con questa campagna che ormai da diversi mesi abbiamo lanciato, è di fermare la domanda: abbiamo promesso anche che pregheremo per gli sfruttatori, in particolare per i clienti. Don Benzi ma adesso anche Paolo Ramonda sono molto netti e chiari nel dire che il cliente è il primo responsabile, il primo sfruttatore di questo orrore. Se non ci fosse la domanda non ci sarebbero nemmeno le ragazze sulle strade: va fermata la domanda.

D. - Quanto è importante in questo senso celebrare per strada l’Eucaristia del Natale per queste donne e cosa si prova come volontari?

R. - E’ un’esperienza che noi viviamo veramente forte. Io sono quasi 20 anni che accolgo queste ragazze… Le nostre case famiglie sono vere famiglie dove si cerca di dare un papà e una mamma, un fratello e una sorella a queste persone. Gesù si rende presente a noi tutti i giorni nell’Eucaristia: poterlo compartecipare, dividerlo con loro. E poi le ragazze nigeriane sono molto religiose, anche se sappiamo che molte non sono cattoliche, però si dichiarano cristiane, vivono una religiosità molto intensa, molto spiccata. Don Oreste diceva: le prostitute mi passeranno davanti nel Regno dei Cieli. E’ proprio così. La dignità che comunque hanno manifestato, anche nello stato di sfruttamento in cui sono, è enorme ed è da encomiare.








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