2016-12-24 13:14:00

Coro della Cappella Sistina su Sky Arte HD


Il Coro della Cappella Pontificia Sistina sarà questa sera in televisione, sul canale satellitare Sky Arte HD alle 21.15, per eseguire in occasione del Natale la “Missa Papae Marcelli” di Palestrina: con le voci e con le immagini della Sistina, un augurio di pace e una riflessione sulla storia della salvezza che si compie nel mistero della nascita del Bambino Gesù. Il servizio di Luca Pellegrini:

Dalla Cappella Sistina gli auguri di Natale con le note eterne di Palestrina e la sua “Missa Papae Marcelli”: il Coro del Papa si unisce alla gioia del mondo per la nascita del Salvatore, in questa notte di mistero e di luce, con le voci dei cantori che da secoli accompagnano le celebrazioni pontificie. E’ un regalo quello di Sky Arte, perché si potranno anche vedere in alta definizione i capolavori della Sistina, che diventano riflessione sulla storia della salvezza insieme all’ascolto di uno dei vertici assoluti della polifonia sacra. Il Direttore della Cappella Sistina, mons. Massimo Palombella, spiega perché è stato scelto questo capolavoro.

R. – La scelta è stata concordata insieme all’etichetta discografica “Deutsche Grammophon”, quando lo scorso anno noi abbiamo fatto una ricerca storica su questa Messa, ripristinata la prima edizione stampata – quella del 1567 – e l’abbiamo incisa lo scorso anno in Cappella Sistina. Il concerto è stato organizzato dalla Prefettura della Casa Pontificia, è stato filmato da Sky Arte, il suono è stato ripreso dalla Radio Vaticana. La “Deutsche Grammophon” ha visionato il tutto e ha ritenuto che con Sky Arte potesse andare in onda, proprio come augurio di Natale, il 24 sera.

D. – Maestro, il significato della “Missa Papae Marcelli” nel contesto storico e soprattutto all’indomani del Concilio di Trento …

R. – Dobbiamo sicuramente dire che Palestrina e, in quel contesto storico, la Cappella musicale pontificia, è stato il motore propulsore della realizzazione delle istanze dettate dal Concilio di Trento circa la musica, e in sostanza l’intelligibilità del testo, cioè uscire un po’ da questo contrappunto fine a se stesso, dalla politestualità per arrivare a un testo che si comprenda nonostante qualche intreccio polifonico. La “Missa Papae Marcelli” rappresenta un mirabile esempio della realizzazione delle istanze conciliari.

D. – Maestro, questo vostro concerto, questo vostro augurio va in onda nel momento nel quale tutto il coro è anche impegnato nella Basilica di San Pietro per l’apertura delle celebrazioni pontificie per le feste del Natale. Con quale spirito il coro che lei dirige vive questo momento?

R. – Lo vive sicuramente con l’onore di poter passare la notte di Natale al servizio del Papa, ma anche con la consapevolezza che ha – posso dire oggi, da parte di tutti i cantori – che c’è un punto di non ritorno che si chiama Concilio Vaticano II. Cioè: esattamente come la Sistina fu al tempo di Trento un motore propulsore per la Riforma Tridentina, oggi la Sistina è totalmente nel Concilio Vaticano II e anche la musica antica che esegue – ne eseguiamo tanta – è sempre ricollocata nella celebrazione con pertinenza celebrativa, così come il Concilio chiede. Quindi, io devo dire che affrontiamo ormai le celebrazioni delle solennità con questa grande consapevolezza, che il Concilio ci ha consegnato una grande sfida di cultura e una grande sfida di nobiltà.

D. – Infine, Maestro, facendosi lei portavoce di tutte le voci che dirigerà questa sera e nei giorni a venire, quale sarebbe l’augurio che lei vuole rivolgere agli ascoltatori di Radio Vaticana?

R. – Il Natale è sempre una celebrazione che tocca aspetti emotivi della nostra vita, aspetti ancestrali della nostra vita: in qualche modo torniamo un po’ tutti bambini, magari prendiamo l’impegno di essere buoni … Io credo che sia importante che noi tutti abbiamo la consapevolezza che il Natale è una cosa inaudita, è un Dio fatto uomo e quindi tutta la nostra Storia, tutte le nostre fatiche, tutte le nostre sofferenze, tutto ciò che nella vita di ognuno di noi rimane non risolto, ha un senso, è un punto in questo piccolo bambino indifeso che diviene uomo. E’ l’inizio della nostra redenzione: l’incarnazione si compirà con la Pentecoste. E quindi iniziamo a vivere un mistero che entrerà nel mistero pasquale e ci condurrà dalla Storia all’eternità.








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