2016-12-25 09:37:00

Terremoto. Cittareale, don Fabio: Natale indimenticabile tra la gente


E' un Natale diverso, lontano dalle famiglie e dai luoghi più cari, tra le macerie, per tutti coloro che nel centro Italia sono stati colpiti dal terremoto di agosto e di ottobre. A mantenere unita la comunità, anche in queste feste, ci sono i sacerdoti, come don Fabio Gammarota, parroco di Cittareale e Posta, in provincia di Rieti. Gabriella Ceraso ha raccolto la sua testimonianza:

R. –  Questo, per noi ad Amatrice, Cittareale, Posta, Borbona, Norcia, è un Natale che certamente non dimenticheremo. È un Natale dove la riflessione si impone, sul senso e sulla qualità dell’esistenza e della vita, che fa dare importanza all’oggi, a ciò che siamo, non badando minimamente alla forma. La sostanza è l'insegnamento del terremoto: insegna a essere uomini e donne di sostanza, diretti. È il Natale della concretezza.

D. – Lei, come altri parroci, è stato in questo percorso al fianco alla gente fino al giorno di Natale. Siete riusciti a creare anche una preparazione con le persone così sbandate, divise, impaurite?

R. – La presenza sacerdotale è sostanzialmente una presenza data dall’"esserci" e dal condividere la medesima condizione disastrata di vita e, credetemi, lo è. Il sottoscritto sta in un camper, l’altra notte faceva meno 13°. All'esserci non c'è preparazione. Perché le comunità sono fortemente decentrate, sono difficilmente raggiungibili, diciamo anche che forse, da parte di alcuni, non c’è neanche più di tanto la volontà di essere raggiunti.

D. – Il Natale dovrebbe essere un momento di gioia, in famiglia, di unità. Come si può, in assenza di queste cose, non farsi prendere dallo sconforto?

R. – Laddove non arriva l’uomo, arriva Dio. Laddove le nostre realtà non giungono a vedere esiti positivi, si auspica che Dio provveda in qualche modo. Siamo nelle sue mani e ricordiamo di essere semplicemente, oggi più che mai, servi inutili, importanti, ma non essenziali, operatori che sono preposti al servizio a favore della vita. Questa è l’unica speranza.

D. – Noi la immaginiamo con i suoi fedeli, sotto una tenda, questo Natale, a Cittareale, assieme a tutte le persone che vi hanno sempre aiutato, in primo luogo i Vigili del Fuoco. E vi immaginiamo così, comunque riuniti in preghiera…

R. – Alla ricerca di essere consolati dallo sguardo di quel Bambino, quel Gesù che ha condiviso con noi tutto il cammino. E non siamo certamente noi a trovare Lui, ma è Lui che cerca noi.








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