2016-12-28 15:33:00

A Napoli pranzo del card. Sepe con 600 poveri


Un pranzo per 600 poveri nella Cattedrale di Napoli. Oggi il cardinale arcivescovo della città, Crescenzio Sepe, ha aperto le porte del Duomo per accogliere i più disagiati e poter offrire loro un pasto in occasione delle festività natalizie. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:

R. – E’ un’iniziativa ormai tradizionale perché è da un po’ di anni che tra Natale e Capodanno invitiamo tutti i poveri delle varie categorie: quelli del dormitorio, quelli che frequentano le Suore di Madre Teresa, quelli delle parrocchie, coloro che ogni giorno ospitano questi nostri fratelli in un abbraccio un po’ più globale, per far sentire loro il calore che la Chiesa di Napoli porta nei loro riguardi. E quest’anno si è scelta la Cattedrale, per rendere ancora più forte, più significativa questa iniziativa, perché Cristo è nella Cattedrale quando celebriamo, ma è anche nella Cattedrale quando accogliamo questi nostri fratelli.

D. – Quest’anno è stato offerto un menù molto particolare, che si discosta un po’ dalla tradizione …

R. – Sì, quest’anno è stata offerta loro la pizza, il panuozzo, un po’ di mozzarella … insomma, una cosa un po’ diversa che li ha resi molto contenti perché è stata come una curiosità. Ma poi, c’è stata un’altra cosa che quest’anno abbiamo voluto realizzare, a ognuno di loro viene dato un buono con il quale potranno andare in alcuni negozi che sono gestiti un po’ anche dalla Caritas dove possono prendere un capo di vestiario che a loro necessita o piace. Quindi, anche questo è un modo molto semplice ma anche segno di vicinanza e di fraternità.

D. – Di Napoli si parla spesso con risvolti estremamente drammatici. Ultimamente se n’è parlato anche per la riqualificazione delle famose “Vele”. Che cammino sta facendo la città?

R. – Mi pare che questa volta l’abbiano presa a cuore, speriamo che possano poi anche realizzare le cose. Credo che ci siano già degli stanziamenti, che già sia stato fatto un piano e nei prossimi mesi dovrebbe iniziare da una parte l’abbattimento delle famose “Vele”, però io ho detto che prima di abbattere occorre dare un alloggio a quelli che poi saranno i cosiddetti sfollati. Già una decina di famiglie hanno lasciato queste “Vele” e hanno preso questi appartamenti, e lì hanno mostrato tanta bontà, perché dicono: “Noi stiamo incominciando a vivere una nuova vita”. Quindi, spero che finalmente questo progetto possa realizzarsi, liberare soprattutto quel quartiere di Scampia, liberarlo da quel degrado in cui purtroppo da troppi anni sono costretti a vivere.

D. – Eminenza, in più di un’occasione lei ha mostrato di avere preoccupazione, soprattutto per la questione dei giovani. Ha indetto per febbraio a Napoli, proprio per questo, una riunione di tutti i vescovi del Sud, per parlare di giovani e lavoro …

R. – Ognuno di noi, ogni regione ecclesiastica, presenterà un progetto e chiediamo alle istituzioni di volerlo realizzare. Il progetto sarà fondato soprattutto sulla creazione di cooperative di giovani che dovrebbero poi portare avanti questi progetti.








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