Pace, riconciliazione, amore, tolleranza: questi i punti-chiave dei messaggi natalizi diffusi in questi giorni da diverse Conferenze episcopali africane, in particolare quelle presenti in Paesi dilaniati da lunghi conflitti. “Prendiamo esempio da Gesù – scrive a tal proposito il card. Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan, in Costa d’Avorio – e intraprendiamo la via dell’amore senza esclusioni, la strada della felicità condivisa, il percorso della pace e del perdono”. Quindi, il porporato lancia un appello ai fedeli cristiani, ai politici ed ai leader religiosi del Paese affinché “respingano le tenebre della divisione e dell’odio e coltivino la pace e la riconciliazione”.
Dalle Mauritius, appello ecumenico
Dalle Mauritius, invece, arriva per la prima volta un messaggio di Natale ecumenico,
siglato congiuntamente dal card. Maurice Piat, vescovo cattolico di Port-Louis, e
dal capo della Chiesa anglicana locale, Ian Ernest. Al centro del documento, l’importanza
del “dono di sé” che, scrivono i due esponenti religiosi, “è il dono più grande” che
si possa offrire al prossimo.
Il dramma della Repubblica Democratica del Congo
E ancora: sull’essere solidali si incentra il messaggio natalizio di mons. Denis Amuzu-Dzakpah,
arcivescovo di Lomé, in Togo, il quale sottolinea "il profondo desiderio di pace e
il grande spirito di solidarietà" associato al Natale. Gli fa eco il card. Laurent
Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo,
che esorta i cristiani del Paese a rinunciare alla violenza e a diventare operatori
di pace. La nazione congolese è infatti devastata, da diverso tempo, da scontri tra
le forze dell’ordine ed i manifestanti contrari al presidente Kabila. Al potere dal
2001, secondo la Costituzione vigente Kabila non potrebbe più candidarsi per un altro
mandato, ma la Corte ha stabilito che potrà rimanere al potere almeno fino alle prossime
elezioni, che previste inizialmente per novembre, sono state invece rimandate a tempo
indeterminato.
La pace implica la giustizia e la verità
Di qui, il richiamo del card. Monsengwo a rispettare la vita dei cittadini, perché
"la pace del Natale esclude omicidi, uccisioni, violenza" ed implica, invece, “la
giustizia, l'amore, la verità". In tal modo, il porporato fa eco all’appello lanciato
da Papa Francesco all’udienza generale del 21 dicembre: “Rivolgo un accorato appello
a tutti i congolesi – ha detto il Pontefice - perché, in questo delicato momento della
loro storia, siano artefici di riconciliazione e di pace. Coloro che hanno responsabilità
politiche ascoltino la voce della propria coscienza, sappiano vedere le crudeli sofferenze
dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune”.
In Senegal, no alla pena di morte
Dal suo canto, in Senegal, mons. Benjamin Ndiaye, arcivescovo di Dakar, ribadisce
la sua opposizione al ritorno della pena di morte, abolita nel 2004. A causa, infatti,
dell'aumento della criminalità, nel Paese si è riacceso il dibattito sul ripristino
della pena capitale. Al contempo, mons. Ndiaye deplora la violenza contro le donne
ed i bambini ed i tanti comportamenti sbagliati presenti nella società. "C’è da credere
che la nostra società sia affetta da una mancanza di standard etici e morali – denuncia
il presule - dalla fretta e dall'impazienza, da un deficit di coscienza civica, dall’indisciplina
e da una tendenza sempre più materialistica e consumistica”.
A Natale, celebrare la vita donata da Dio
“Natale – conclude l’arcivescovo di Dakar – è invece la celebrazione della vita donata
da Dio”. Di qui, l’augurio che “la gioia” di tale solennità e “la pace di Dio regnino
nei cuori” di tutti gli uomini. (A cura di Isabella Piro)
All the contents on this site are copyrighted ©. |