2017-01-03 17:01:00

Istanbul. Scagionato il kirghiso fermato


E' giallo sull’identità dell’autore della strage di Capodanno a Istanbul, costata la vita a 39 persone e il ferimento di altre 70 e rivendicata ieri dall'Is. E' stato rilasciato al termine dell'interrogatorio Iakhe Mashrapov, il 28enne kirghiso additato in un primo momento come l'autore e brevemente fermato al rientro in patria dalla Turchia. Lo hanno precisato fonti del Comitato per la Sicurezza Nazionale del Kirghizistan, aggiungendo che nei confronti dell'uomo non sono state formulate accuse. Il servizio di Debora Donnini:

E’ stato lo stesso Mashrapov a negare di essere l’attentatore, sostenendo di essere stato scambiato per una somiglianza ma di essere stato rilasciato dalla polizia dopo un controllo all'aeroporto di Istanbul. Secondo l’agenzia Akipress, a cui ha rilasciato un’intervista, sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage. Per i servizi di sicurezza dell’ex-Repubblica sovietica, dunque, la foto che compare sul passaporto di Mashrapov, pubblicata sui siti e i Tg di tutto il mondo, ha solo una vaga somiglianza con il sospetto attentatore, ripreso dalle telecamere di sorveglianza. E la stessa tv di stato turca Trt ha infatti tolto la notizia dopo alcune ore.  Intanto sono 14 i presunti complici del killer arrestati in Turchia, che in queste ore vengono interrogati. Sui motivi per i quali la Turchia è un obiettivo, sentiamo Stefano Silvestri, consigliere dell’Istituto Affari Internazionali al microfono di Michele Raviart:

"La Turchia per un certo periodo ha favorito i movimenti jihadisti nel mondo arabo, in particolare in Siria. Poi, lentamente, ha rotto i legami e nell’ultimo accordo con russi e iraniani ha invertito la sua posizione contribuendo a coagulare una parte più realista, moderata, che si appoggia alla Turchia e che è disposta, per un periodo perlomeno, ad accettare Assad. Però questo, nello stesso tempo, ha spinto altre minoranze a diventare più jihadiste perché adesso vedono i jihadisti come gli ultimi rivali rimasti di Assad. La Turchia in un certo senso è diventata un obiettivo ancora più forte per i jihadisti".








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