2017-01-03 14:20:00

Mons. Santoro: per i giovani disoccupati occorrono nuove politiche


Ha destato ampia eco l’omelia di  Papa Francesco al Te Deum sulla disoccupazione giovanile e sui ragazzi costretti ad emigrare in cerca di un futuro dignitoso. Proprio sul tema del lavoro, Luca Collodi ha intervistato mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, e Presidente della Commissione Lavoro della Cei:

R.- La nostra è una cultura che vuole estendere il mito di Peter Pan, per cui uno deve essere sempre giovane, sempre alla moda, per cui si incentiva una  visione della vita senza un'attenzione reale ai giovani. Vedo la situazione che abbiamo in Italia, dove siamo al 40% di giovani disoccupati, in Puglia al 51.3%. Dico anche il dato più grave di Taranto solo per indicare che, fino al 2015 era il 54,5% e in un anno è salito al 60,6% di disoccupazione, per i ragazzi dai 15 ai 24 anni, secondo dati Cisl. Perciò dico che non c'è un'attenzione all'occupazione giovanile. Per questo occorrono degli incentivi, occorrono delle prospettive! In questo senso va proprio sviluppata l’attenzione che la Chiesa sta dando da tempo al problema della disoccupazione giovanile, per esempio, con il Progetto Policoro, che è promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e sviluppato in particolare nelle regioni del Sud, e che è un cammino per trovare lavoro. Sento proprio che questo è un punto indispensabile nello sviluppo del Paese, perché c’è un divario ancora tra Nord e Sud  e questo è generale, ma  che con i giovani si accentua ancora di più.

D.- Mons. Santoro, non ci sono solo i giovani ma anche gli adulti senza lavoro. Manca una politica generale sull'occupazione...

R.- Certamente. Coordino le Settimane Sociali dei cattolici italiani e quest'anno, ad ottobre avremo a Cagliari la nostra Settimana Sociale proprio sul tema del lavoro. Sulla disoccupazione giovanile le chiese del Sud faranno un convegno invece a Napoli l'8 e il 9 di febbraio. Stiamo preparando questo incontro sul tema della disossupazione giovanile nel Sud Italia perchè è qui la vera piaga. Perchè proprio nel Sud si percepisce questa assenza di una strategia specifica. O i giovani emigrano oppure restano disoccupati. Allora il problema è di offrire un'opportunità a giovani e adulti. Il problema lo stiamo analizzando per riscoprire il valore e la dignità del lavoro che però dipende dalle opportunità che lo Stato offre e può sviluppare. Se le imprese sono tassate non nascono nemmeno. C'è poi il problema della legalità, altro tema da tenere presente. La Chiesa ha fatto propria questa sfida e la portiamo avanti. Sono oltremodo opportune le dichiarazioni del Papa al Te Deum di fine anno, ma ci aspettiamo anche che le dichiarazioni del governo in materia di lavoro si traducano in fatti. 

D.- Perchè una finanza speculativa limita la creazione di nuovi posti di lavoro?

R.- Limita perchè è distante dall'economia reale. Quello che sottolineiamo come Settimane Sociali è l'attenzione alla realtà e non al mondo virtuale. Perciò vanno incrementate tutte le iniziative per il lavoro, vanno aiutate le imprese e va fatto tutto un lavoro educativo sui giovani perchè i talenti che ci sono siano investiti sul nostro territorio. Non è la speculazione finanziaria la porta del futuro, ma lo svulippo delle capacità che ci sono e l'offerta alle imprese per mettere a frutto queste professionalità. Bisogna valorizzare il positivo che si trova.  

 

 








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