2017-01-10 17:26:00

Maltempo, Clarissa di Norcia in Molise: "Il dono della neve"


Suor Maria Raffaella, vicaria delle Clarisse del Monastero di S. Maria della Pace a Norcia, racconta ai nostri microfoni l'esperienza, sua e di sei consorelle, di un mese di ospitalità presso la Casa Mater Orphanorum a Cercemaggiore (CB), dove si sono trasferite dopo essere scampate al terremoto del 30 ottobre scorso. "Stiamo bene anche in questi giorni la neve è tantissima. Bisognerebbe esserci per rendersene conto. Io dalla finestra vedo solo bianco - dice - ma la Provvidenza non ci abbandona, siamo aiutate dalla gente". E ricorda l'intensità della preghiera delle suore, invitate dal parroco a invocare la neve per questa terra, neve tanto preziosa per i contadini della regione che, se ne sono privati, non hanno da raccogliere nei campi. "Di notte, quando ci alzavamo per la recita dell’Ufficio delle Letture e il Rosario, pregavamo molto per queste necessità dei nostri conterranei, tanto buoni verso di noi. Dopo cinque giorni il Signore ha sovrabbondato. Anche noi ci siamo sentite isolate. Abbiamo sentito l’allarme del nostro sindaco che ci pregava di spalare liberando i cancelli della casa. Lo abbiamo fatto, aiutate molto proprio dal parroco don Peppino. Non eravamo abituate. E’ una esperienza nuova". 

Riemergono i ricordi di quel sisma che le ha costrette a un esodo forzato: "Siamo certe che nelle mani di Dio diventerà grazia. L'esodo è stato un po’ come morire, perché ogni esodo è un po’ come una morte. In questo Natale ci ha fatto pensare al grande esodo che il Figlio di Dio ha vissuto venendo ad assumere la carne umana. Abbiamo messo le nostre sofferenze, non piccole e nemmeno poche, nelle sue mani perché Lui le trasformi in redenzione per tutti", racconta Suor Maria Raffaella. I disagi del maltempo che ha colpito il Sud Italia sono stati addolciti dalla notizia di poter prelevare il corpo della beata Lucia da Val Caldara - fondatrice dell'Ordine e della quale il 15 gennaio ricorre l’anniversario della nascita al Cielo - dal monastero umbro, ormai inagibile, per traslarlo nel piccolo paese molisano. "Per noi è importante che sia qui. L’unica cosa che non si è spostata di un centimetro durante la scossa di terremoto è stata proprio l’urna di vetro che ne contiene il corpo. Neppure le orchidee in vasi fragili accanto a lei hanno subito incrinature, mentre tutto il resto sì. Siamo contente di questa presenza che proprio per l'anniversario sarà con noi". E conclude con l'appello: "Vorremmo tanto che il Papa la canonizzasse". 








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