2017-01-11 12:17:00

Italia: in aumento la donazione d'organi per i trapianti


Il 2016 segna, in Italia, un più per i trapianti: l’anno appena trascorso ha infatti registrato un aumento di donazioni. Stabili i rifiuti dei parenti per l'espianto e stabile anche il divario che ancora si registra tra Nord e Sud della penisola. Sono i dati forniti ieri dal Centro nazionale trapianti. Francesca Sabatinelli:

110 in più rispetto allo scorso anno. Il 2016 è stato un anno positivo, con i suoi 1.596 donatori, non tutti effettivamente utilizzati, segnala il Centro nazionale trapianti, per problemi vari che non hanno consentito di rispettare la volontà del soggetto. Resta però il dato dell’anno record. Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro:

R. – E’ stato un anno-record: nel 2016 abbiamo avuto il più alto numero di donazioni e di trapianti mai avuto in Italia. In particolare il numero dei trapianti, che supera i 3.000 – sono circa 3.700: è veramente un numero significativo. Rappresentano un aumento di trapianti del 15% rispetto all’anno precedente. Io credo che sia legato a un maggior lavoro delle rianimazioni: e qui vanno davvero ringraziati i rianimatori; e poi a una migliore funzionalità della rete. E’ aumentata l’offerta degli organi, cioè la rete ha lavorato di più, i coordinamenti hanno lavorato di più e questo ha consentito una migliore utilizzazione degli organi disponibili. E poi i chirurghi hanno lavorato davvero bene: hanno lavorato molto, tutti i giorni, 24 ore su 24. E’ una rete che ha funzionato e ha lavorato a un livello più elevato rispetto agli anni precedenti.

D. – Il fatto che ci siano più potenziali donatori denota anche una maggiore sensibilità da parte degli italiani?

R. – Sotto questo aspetto c’è da lavorare; in Italia, le opposizioni sono tuttora al 30%; numericamente abbiamo avuto più di 700 opposizioni, lo scorso anno. Questo significa che possiamo ottenere dei risultati importanti se riusciremo a diminuire queste opposizioni. Solo in Spagna c’è un numero di opposizioni che è quasi la metà di quello che è in Italia, mentre la Francia – che è l’altro Paese vicino a noi – ha un numero di opposizioni leggermente superiore al nostro e gli altri Paesi europei hanno tutti numeri più elevati rispetto ai nostri. Quindi l’Italia ha – teoricamente – una buona posizione europea. In realtà, questo è un settore su cui si può lavorare: sull’opinione pubblica da una parte e sulle relazioni tra i medici, i rianimatori e i familiari delle persone di cui è stata accertata la morte.

Ancora una volta è la regione Toscana a distinguersi per generosità. e ancora una volta si evidenzia il divario tra Nord e Sud Italia:

“Il problema del Sud è relativo al fatto che le donazioni di trapianti si fanno nelle strutture pubbliche e là dove esistano delle complessità o delle criticità nelle strutture pubbliche, mediamente queste si riflettono anche sui trapianti. In realtà, un’analisi un po’ più dettagliata ci fa vedere che c’è una regione del Sud – la Sardegna – che ha ottenuto un risultato davvero positivo, ai livelli dell’area centro-nord; ci sono le grandi regioni del Sud – come la Puglia, la Sicilia e la Campania – che stanno incrementando le loro donazioni e il loro numero dei trapianti. Il quadro è un quadro in miglioramento. Sicuramente, anche qua c’è spazio per migliorare: questa non vuole essere la solita frase buttata lì per dire che le cose non vanno bene. C’è un impegno al miglioramento anche da parte delle amministrazioni regionali, e gli ultimi dati sono consistenti”.

In aumento anche i “samaritani”, donatori viventi che scelgono di aiutare sconosciuti malati:

“Sta aumentando: abbiamo avuto una “catena samaritana” nel 2015, due nel 2016; abbiamo altri donatori che sono già segnalati e che stanno facendo il percorso: io credo che aumenteranno. Ed è importante. Voglio dire una cosa, bellissima, che ha detto il donatore “samaritano”: “Perché no? E’ bellissimo! Perché no?”. Il donatore samaritano è un signore che ha dato un rene a una persona che non sa chi sia, ma ha detto: “Perché no?”. Ecco, credo che sia questo “perché no?”, che è un segno di coesione sociale, di solidarietà concreta, profonda. Credo che potrebbe diventare un ottimo slogan … “Perché no?” …

 

 








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