“Papa Francesco attira la nostra attenzione sul destino dei bambini e degli adolescenti ‘che sono tre volte vulnerabili’, perché minorenni, perché stranieri e perché indifesi”. E’ quanto scrivono in un comunicato congiunto, in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2017 che si celebrerà il 15 gennaio, l’arcivescovo Stefan Hesse di Amburgo, presidente della commissione migrazione della Conferenza episcopale tedesca, e mons. Georges Colomb, vescovo di La Rochelle, responsabile per la pastorale dei migranti della Conferenza episcopale francese.
Nei più piccoli e vulnerabili si incontra Gesù
La prostituzione, la piaga della pornografia, lo sfruttamento sul lavoro e il traffico
di droga - aggiungono i presuli - sono solo alcune delle forme di schiavitù che colpiscono
i minori. Davanti alla continua violazione dei bambini e dei diritti umani - sottolineano
- “il Santo Padre oppone un punto di vista etico chiaro” Incontriamo ‘Gesù Cristo
nei più piccoli e vulnerabili’ – spiegano i presuli citando le parole di Papa Francesco
– “e dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per proteggere la loro dignità
in modo speciale”.
In Europa grandi sfide per l’elevato numero di minori non accompagnati
I vescovi ricordano poi che nel 2015 oltre 65 milioni di persone hanno lasciato le
loro case a causa di guerre, persecuzioni e violenze. La metà di questo popolo di
rifugiati è costituito da minorenni. In particolare – sottolineano mons. Stefan Hesse
e mons. La Rochelle - “il numero elevato in Europa di minori rifugiati non accompagnati
ci presenta sfide immense, specialmente perché molti bambini e giovani non fanno una
domanda di asilo”. “E il numero reale è quindi molto più alto rispetto a quanto indicato
dai dati ufficiali”. Secondo alcune stime nel 2014 erano, nell’Unione Europea, circa
23 mila. Nel 2015 erano più di 100 mila.
Di fronte al dramma dei rifugiati non si può restare indifferenti
Quelle dei rifugiati sono storie – sottolineano i vescovi - di “immensa sofferenza”:
le famiglie sono state separate, i minori hanno subito violenze e varie forme di sfruttamento
che hanno causato gravi ferite nel corpo e nell’anima. “Come cristiani – si legge
nel comunicato congiunto – questa realtà non ci può lasciare indifferenti”. L’invito
è quello di adottare la prospettiva di coloro che non hanno diritti e di “prestare
loro la nostra voce”, di “difendere la loro dignità con una carità attiva”.
Dalla Chiesa un grande contributo nell’opera di accoglienza
Grazie alle scuole, agli organismi sociali, ai movimenti giovanili, alle associazioni
ecclesiali e alle comunità religiose, la Chiesa cattolica in Germania e in Francia
ha numerose risorse per accompagnare i minori migranti nel loro cammino. E non deve
essere persa di vista – aggiungono mons. Stefan Hesse e mons. La Rochelle – la responsabilità
degli organi statali competenti e quella dei politici per garantire ai minori migranti
adeguate condizioni giuridiche e amministrative. Condizioni che permettano una vita
dignitosa. Nel comunicato si ricorda infine il lavoro delle Chiese nell’opera di accoglienza
esprimendo apprezzamento, in particolare, per “la buona collaborazione che si è sviluppata
in molti settori tra Chiesa, società civile e ambiti statali”. (A cura di
Amedeo Lomonaco)
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