2017-01-16 14:25:00

Davos. Oxfam: troppe diseguaglianze, serve economia più umana


Vigilia dell’annuale Forum Economico Mondiale di Davos in Svizzera che avrà al centro  il futuro della finanza, dell' energia, dell' innovazione, ma anche grandi tematiche internazionali, dal crisi in Medio Oriente, allo sviluppo dell’Africa e dell’America Latina. Forte l’appello che arriva dall’Oxfam,Ong britannica che denuncia le crescenti diseguaglianze sociali con 8 persone che sul pianeta posseggono quanto 3,6 miliardi di poveri.Tema del Forum quest’anno è la “Leadership responsabile”? Ad oggi cosa significa ed è possibile realizzarla? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Elisa Bacciotti, direttrice Campagne Oxfam Italia:

R. – Per Oxfam dovrebbe significare cambiare questo modello economico che sta producendo una diseguaglianza estrema; significa avere dei governi che tornino ad avere un ruolo regolatore in maniera da evitare elusione fiscale che porta grandi ricchi e grandi corporation a non contribuire come potrebbero alle casse dei nostri Stati e quindi a non poter più garantire servizi pubblici e di qualità per i loro cittadini; significherebbe anche garantire ai cittadini un salario dignitoso e non solo un salario minimo che di fatto poi porta una persona su dieci a vivere sotto la soglia di povertà e, in molti casi, ad essere un povero che lavora.

D. - Le tematiche di Davos saranno tante: si parlerà soprattutto di futuro, finanza, energia, innovazione, politica monetaria, e poi ci saranno dei focus internazionali. Il richiamo all'uomo, che il Papa fa sempre: ecco, si può costruire ad oggi un futuro basato sull’uomo?

R. - Non solo si può, ma si deve costruire un’economia che lavori per il 100% di noi, un'economia fondata sul rispetto della sostenibilità ambientale perché questo modello economico non serve l’uomo, ma di fatto lo sfrutta sfruttando anche l’ambiente; non sarà più possibile nel breve e nel medio periodo costruire un futuro dignitoso per la vita di tutti noi.

D. - La lista dei presenti e degli assenti di solito a Davos, spiega meglio di tante analisi cosa accade negli equilibri mondiali. Quest’anno è la prima volta della Cina, che spinge per una globalizzazione che sia inclusiva. Qual è il significato di questa presenza?

R. - È importante che Davos come appuntamento, seppur informale dell’élite politica ed economica del nostro pianeta, possa ospitare più voci e voci come quelle delle Cina cioè di un Paese che è una potenza economica globale che ha compiuto passi importanti anche per la riduzione della povertà e che ultimamente ha anche preso impegni molto ambiziosi rispetto al tema del cambiamento climatico. Ci auguriamo che come collettivo di leader politici ed economici, sappiano costruire una globalizzazione  che davvero non lasci indietro la grandissima maggioranza di noi.

D. – Sono otto le persone più ricche del pianeta a possedere quanto 3,6 miliardi di poveri, lo avete scritto nel rapporto Oxfam. Di queste persone molte sono proprio di quell’America che ora diventa l’America di Trump. Fa paura o no alle Ong, questa figura, che per l’altro non sarà presente a Davos, ma manderà degli emissari, per un miglior funzionamento del pianeta?

R. - Quello che possiamo dire è che il tema della diseguaglianza economica, di ricchezza e di reddito, è stato uno dei temi all’origine del successo della Campagna elettorale di Trump. Quindi il tema ha influenzato anche le opinioni di molti elettori negli Stati Uniti. Di fatto però, la risposta che noi vorremmo vedere, anche dal prossimo Presidente eletto, perché no, è una risposta che disegni un modello economico non divisivo perché di fronte a queste sfide dobbiamo essere in grado di cooperare tutti. Ci auguriamo appunto che le leadership mondiali, compresa quella statunitense, facciano questo.








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