2017-01-16 13:01:00

Trump: critiche alla Nato e all'Unione Europea


Fanno discutere le affermazioni del Presidente americano eletto, Donald Trump, su Nato e Unione Europea. In una serie di interviste a testate tedesche e britanniche il neo capo della Casa Bianca ha detto che l’Alleanza Atlantica, che non si occupa di terrorismo, è ormai obsoleta e che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è solo la prima di altre defezioni. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Stefano Silvestri, consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI):

R. – La Nato si occupa di terrorismo fin dall’attacco alle Torri Gemelle, ha partecipato largamente alla guerra in Afghanistan ed è stata coinvolta in tutta una serie di altre operazioni. Per cui dire semplicemente che la Nato non si occupa di terrorismo è banale e devo dire anche che non vero. Io credo che Trump stia cercando di fare un po’ di rumore per vedere poi cosa fare. Probabilmente la Nato, ma in particolare l’Europa, avranno bisogno di una discussione seria con Trump, se Trump la vorrà fare, perché il problema è quale rapporto avere, non tanto con il terrorismo, che tutti stanno combattendo, quanto con la Russia, la Cina e in genere con la situazione in Medio Oriente.

D.  – Comunque l’organizzazione atlantica secondo lei ha bisogno di una riforma?

R. – Certamente l’organizzazione atlantica deve adeguarsi al mutare della situazione, però questo restyling va pensato. Io credo che Trump stesse soprattutto reagendo alla decisione di Obama di dare appoggio alla Polonia e alle Repubbliche baltiche in questi ultimi giorni e quindi volesse in qualche maniera prendere le distanze da Obama. Ma queste sono ancora polemiche di politica interna americana.

D. – Certo è una Nato in cui gli Stati Uniti continuano a sostenere i costi maggiori…

R. – Sì, gli Stati Uniti sostengono quasi il 70-75% dei costi della Nato. Certamente c’è un problema di rapporto con l’Europa da questo punto di vista, però è anche evidente che se fai pagare di più agli alleati, gli alleati contano di più.

D. – Parole critiche di Trump anche nei confronti dell’Europa: secondo il presidente eletto la Brexit sarebbe solo la prima delle uscite dall’UE…

R.  – Evidentemente è possibile. Ma finora, di fatto, non abbiamo avuto neanche la Brexit, anzi non è neanche cominciata: la Gran Bretagna non ha ancora depositato la sua domanda di uscita dall’Unione, quindi non sono ancora stati avviati i negoziati. Per cui finora parliamo in astratto. Vedremo all’atto pratico cosa succederà e se altri Paesi vorranno seguire questo esempio. Credo che Trump pensasse soprattutto all’Ungheria.

D. – E’ un’Europa che rischia di spaccarsi sul problema immigrazione e sul fatto che economicamente va a due velocità?

R. -  Sì, certamente. C’è il problema del rapporto tra nord e sud. Questo è una grossa questione che però ha poco a che fare con questo tipo di polemiche e ha molto invece a che fare con il funzionamento effettivo dell’Unione. Certo, se l’Unione non riuscirà a funzionare dal punto di vista economico-finanziario e direi anche dal punto di vista politico è possibile che inizi una grossa crisi. Ma io devo dire che mi sembra che la maggior parte dei Paesi europei sia molto più attenta oggi di quanto non fosse ieri alle conseguenze di determinati gesti sull’insieme dell’Unione. Vedremo… Io credo che Trump tenti di dividere gli europei per avere poi una serie di negoziati bilaterali – che sono le cose poi che ha detto fin dalla sua campagna elettorale – però dovrebbe anche ricordarsi che ci sono competenze, specialmente in campo commerciale ed economico, che non sono più nazionali, ma sono dell’Unione. Io credo che Trump dovrà imparare a fare politica estera.








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