2017-01-17 15:23:00

Germania, Corte Suprema: no al bando del partito neonazista Npd


L’Npd, partito nazionaldemocratico di Germania, xenofobo e ultranazionalista, non è incostituzionale. La Corte Suprema tedesca ha respinto la richiesta di vietarlo avanzata dal Consiglio federale, non perché la formazione non persegua obiettivi contrari alla Costituzione, ma perché mancano le prove che lascino pensare che possa avere successo. Una sentenza, quella di oggi, molto attesa dai cittadini. Francesca Sabatinelli:

Persegue obiettivi contrari alla Costituzione, disprezza la dignità umana ed è incompatibile con i principi della democrazia, però non si ravvisano gli indizi che possa costituire una minaccia. Ed è per questo, spiega nella sua sentenza la Corte Suprema, che l’Npd, formazione di estrema destra nata nel 1964, con simpatie neo-naziste, non può e non potrà incidere sulla vita parlamentare tedesca e quindi non può essere messo fuori legge. Bettina Gabbe, giornalista tedesca corrispondente della Tv N24:

“Tutti sanno, come hanno confermato anche i giuristi, che è anticostituzionale l'ideologia di questo partito. Ma, chiaramente in Germania ci sono paletti molto forti prima di arrivare a vietare un partito. Questo vuol dire che non deve solo avere degli scopi anticostituzionali, ma deve anche avere altre caratteristiche per far sì che questo divieto sia motivato. Invece, nella motivazione della sentenza, la Corte Suprema tedesca ha detto che sì sono anticostituzionali, ma anche che il partito ha una minima influenza politica, quasi zero. Sempre secondo la Corte ci sono singoli elementi, singole persone, che fanno atti di violenza, ma non si può affermare che, ad esempio gli atti di violenza nella Germania dell’Est contro i centri per i rifugiati, siano direttamente riconducibili all’azione di questo partito”.

L’Npd, attualmente, è rappresentato solo nei Comuni: per entrare nel Bundestag, il parlamento, occorre una soglia minima del 5%. Ha però un rappresentante nel parlamento europeo. E’ già la seconda volta che si tenta di far mettere al bando questo partito, la prima volta il ricorso, avviato da governo e camere parlamentari, fu rigettato per vizi di forma. Ancora Gabbe:

“La Germania ha una storia molto forte, ci sono stati atti di violenza politica ed è sempre molto consapevole della propria storia, a partire dal nazionalsocialismo, quando gli oppositori politici venivano trattati con violenza, non potevano esprimere opinioni contrarie a ciò che faceva il regime. Per cui si fa molta attenzione nel cercare di far parlare tutti, almeno finché la sicurezza dello Stato non è in pericolo, così come quella dell’intera società. In Germania, per sentirsi forte come Stato, è importante lasciar parlare tutti nell’ambito di uno Stato sicuro che garantisca i diritti di tutti. Per evitare di nuovo una deriva di regime dittatoriale, si prova a dimostrare la forza dello Stato di diritto, del rispetto delle minoranze che si è imparato con tanta fatica attraverso la storia del nazionalsocialismo, quando le minoranze non potevano esprimersi. Proprio per questo si fa molta attenzione a non cadere nella trappola del dire: 'Questo dice cose negative, antipatiche, quindi va tolto dall’opinione pubblica', questo è un rischio che non si vuole correre".

Dietro a questo – è la convinzione della Gabbe – c’è da leggere anche un importante segnale politico, perché un divieto non farebbe altro che rafforzare l’azione degli estremisti, oggi insignificante nell’ambito sia della politica tedesca che dell’opinione pubblica.








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