2017-01-19 13:37:00

Gambia: il Presidente Jammeh non lascia. Rischio conflitto


Il Gambia sull’orlo di un conflitto. E' fallito l'estremo tentativo di convincere il Presidente, Yahya Jammeh, sconfitto alle ultime elezioni, a lasciare la presidenza prima della scadenza, la scorsa notte, dell'ultimatum dato al Capo dello Stato dalle forze dell'Ecowas. Le forze militari dell’organizzazione dei Paesi dell’Africa occidentale minacciano ora un intervento armato. Sulla decisione di Jammeh, Giancarlo La Vella ha intervistato padre Giulio Albanese, direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie

R. - Sono oltre 22 anni che Jammeh è nella stanza dei bottoni ed è stato sconfitto alle ultime elezioni, considerate regolari anche dagli osservatori internazionali, dal candidato Adama Barrow. La verità è che Yahya Jammeh ha praticamente ritrattato dopo pochi giorni, annunciando ufficialmente alla televisione di voler indire nuove elezioni con un diverso presidente della Commissione elettorale. Ora il problema di fondo, qual è?  Jammeh ha contestato i risultati elettoriali, facendo sapere di non volere cedere il potere prima di una decisione sul suo ricorso da parte della Corte suprema, decisione che però ci metterà davvero diversi mesi per essere ufficializzata. La verità è che il Paese è in subbuglio, c’è tanta gente che sta fuggendo in queste ore. A parte i turisti britannici, che vengono evacuati, nella scorsa settimana già 26mila gambiani hanno fatto le valigie e abbandonato il Paese.

D. - Ci sono gli eserciti dell’Ecowas al confine. Quale potrebbe essere l’intenzione delle forze militari dell’Africa Occidentale?

R. - Ieri sera il Presidente della Mauritania, Mohammed Abdul Aziz, ha tentato di negoziare una possibile soluzione con il governo di  Banjul.  Il suo interlocutore diretto in questi giorni era stato il ministro di giustizia del Gambia, uno dei pochi membri del governo che non condivideva la decisione di Jammeh. Sta di fatto che ieri anche questo signore è fuggito all’estero. Quindi diciamo che il negoziato è in una situazione di stallo e che c’è davvero il rischio che le forze dell’Ecowas in una maniera o nell’altra entrino nel Paese e chiaramente c’è qualcuno che già parla di guerra civile.

D. - Dal punto di vista sociale, il Gambia come si pone rispetto ad altri Paesi africani, che conosciamo meglio, dove è forte l’emigrazione?

R. - Il flusso migratorio c’è, perché il Gambia è un Paese a forte esclusione sociale, dove praticamente  a dettare le regole del gioco è l’oligarchia di Jammeh. Per quanto riguarda l’Italia, dovremmo essere intorno al 2 o 3% delle presenze di immigrati gambiani che vengono dall’Africa nel nostro Paese. Quindi diciamo che, dal punto di vista numerico  e anche percentuale, considerando che si tratta di un piccolo Paese africano, rispetto alla popolazione totale del Gambia, la presenza gambiana nel nostro Paese è significativa. Ma c'è un altro fatto da mettere in evidenza. Nei mesi scorsi il Gambia ha attivato quel dispositivo per uscire dalla Corte Penale Internazionale, operando, quindi, un distacco a pieno titolo da quello che era lo Statuto di Roma precedentemente firmato insieme con altri Paesi africani, come il Sudafrica, il Burundi. Il Gambia da questo punto di vista si trova in una situazione a dir poco paradossale, in quanto il procuratore capo della Corte penale è una gambiana e il presidente uscente avrebbe invece deciso di sfilare il Gambia dal consesso delle Nazioni per quanto riguarda il tema della giustizia. Speriamo che il nuovo Presidente, se riesce ad insediarsi, ristabilisca le regole del gioco.








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