2017-01-19 13:30:00

Vescovi Kenya: appello al personale sanitario in sciopero


Un nuovo appello a medici e infermieri affinché assicurino i servizi essenziali ai pazienti in pericolo di vita e a tutti quelli che necessitano di cure urgenti è stato diffuso nei giorni scorsi dai vescovi del Kenya. Il personale sanitario delle strutture pubbliche, infatti, è in sciopero dal 5 dicembre scorso e la situazione non accenna a placarsi. La protesta del personale sanitario sta causando gravissime sofferenze ai pazienti e molte persone — riferisce il blog di Amecea News ripreso dall’Osservatore Romano — sono decedute a causa della mancata assistenza. La situazione peggiore è quella che si vive nei villaggi distanti alcuni chilometri dai presidi ospedalieri, dove la gente non riesce a ricevere alcun tipo di servizio, con conseguenze drammatiche per i più deboli.

La preoccupazione dei vescovi per le sofferenze provocate dallo sciopero
L’episcopato keniano aveva già rivolto un pressante appello agli operatori sanitari affinché vengano garantiti i servizi essenziali. Alla base della protesta c’è il mancato aumento dello stipendio previsto dal contratto nazionale siglato nel 2013. I sindacati hanno minacciato di prolungare ulteriormente lo sciopero ed estenderlo anche alle strutture private.  Profonda preoccupazione per le sofferenze provocate dall’astensione dal lavoro è stata dunque espressa in una dichiarazione a firma di mons. Philip A. Anyolo, vescovo di Homabay e presidente della Kenya Conference of Catholic Bishops (Kccb).

Ristabilire il servizio sanitario senza ulteriori ritardi
Il presule ha ringraziato il personale delle strutture sanitarie pubbliche e private che, nonostante le difficoltà economiche, continua a rispondere con professionalità alle emergenze mediche. “Siamo consapevoli — ha affermato il vescovo di Homabay — dei turni di lavoro pesanti che state affrontando e che nonostante tutto continuate ad aiutare chi ha bisogno. Ringraziamo anche le istituzioni sanitarie private e quelle non statali che continuano a rispondere alle emergenze mediche, salvando vite umane nonostante le sollecitazioni sulle vostre risorse, specialmente quando le persone colpite non possono pagare completamente i costi delle cure”. I vescovi keniani hanno rivolto un pressante appello anche a governo, sindacati e lavoratori perché “facciano delle scelte e intraprendano delle azioni per far sì che il normale servizio sanitario sia ristabilito senza ulteriori ritardi”.

Ingiusto abbandonare i pazienti
In un precedente messaggio rivolto ai medici e diffuso dall’agenzia Fides, i vescovi avevano sottolineato “di condividere”  la delusione “sul mancato rispetto del contratto collettivo», ma avevano anche ricordato che “non è giusto da parte loro abbandonare i pazienti innocenti a una tale sofferenza”. Per questo, il mese scorso, i presuli hanno invitato “i medici che hanno giurato di proteggere la vita a riconsiderare la loro posizione e a non impegnarsi in azioni che la minacciano. È molto doloroso il fatto che non abbiamo ancora visto alcun piano coerente da parte delle autorità per far interrompere lo sciopero”. (L.Z.)








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