2017-01-20 11:00:00

Borgomeo: il nuovo welfare non potrà prescindere dalle famiglie


Il nuovo welfare non potrà prescindere dal coinvolgimento delle famiglie. E’ la sfida lanciata da Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud che domani interverrà all’incontro: “Diamo credito alle famiglie. Insieme per far crescere il Paese”. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato:

 R. - L’esperienza del lavoro che facciamo certifica in modo inequivocabile che nel nuovo welfare che dobbiamo affrettarci a costruire, che la famiglia non è il soggetto prevalentemente destinatario, ma è prevalentemente un soggetto protagonista. Si potrebbero fare molti esempi: quando si parla di uno dei temi più caldi del Paese - specialmente nel Sud e in alcune aree urbane periferiche – del disagio giovanile con tanto di fenomeni di bullismo, di vicinanza alle organizzazioni criminali; quando si parla di lotta alla dispersione scolastica… il ruolo principale lo gioca la famiglia.

D. - Che significa concretamente?

R. - Significa - ad esempio - che quando facciamo progetti contro la dispersione scolastica gli animatori delle associazioni di volontariato, delle cooperative sociali o i tecnici iniziano a parlare con i genitori; quindi vanno a casa a trovare i genitori e concordano un piano di intervento. Prima per combattere questo fenomeno si provava a contattare direttamente al ragazzo, a convincerlo in mille modi … La parola chiave ora è responsabilità, cioè si traferisce la responsabilità dell’intervento in capo alla famiglia, la si aiuta, ma investendola di responsabilità, coinvolgendola. Questo è – come dicevo prima – un passaggio decisivo per realizzare un nuovo welfare. Noi siamo abituati a vedere lo Stato come welfare-onnivoro, che pensa a tutto e la famiglia come mera destinataria, così come tanti altri soggetti. Invece la sfida è cambiare questo e dare alla famiglia un ruolo molto forte.

D. - Che cosa è successo alla famiglia negli anni?

R. - Ci sono due ragionamenti che fare. Il primo è che si è affermata con grande forza una cultura dello Stato che pensa a tutto, come recita la frase: “Dalla culla alla tomba”. Questo da un certo punto di vista è molto bello, da un altro punto di vista significa deresponsabilizzazione. Il secondo è l’aggressione dei consumi:  la famiglia – basta guardare le pubblicità – è considerata prevalentemente un luogo di consumo. 








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