2017-01-20 10:25:00

De Palo: la famiglia è il vero perno della società


“La famiglia ha un potenziale enorme; non è un malato, ma la risorsa dalla quale far partire la ricostruzione del nostro Paese”. Così Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, in vista dell’incontro: “Diamo credito alle famiglie. Insieme per far crescere il Paese” che si terrà domani a Roma. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato

R. - Questa iniziativa nasce per cercare di parlare della famiglia a 360 gradi. Con il Forum, in questi anni, stiamo cercando di sviluppare una riflessione che parte dalla concretezza della Caritas in veritate, di Papa Benedetto XVI, con l’esortazione, l’invito a raccontare la famiglia nella sua bellezza, nella sua interezza presente nell’Amoris Laetitia, di Papa Francesco. La famiglia ha un potenziale enorme; non è un malato, ma la risorsa dalla quale far partire la ricostruzione del nostro Paese che senza la famiglia starebbe sicuramente peggio.

D. - Voi ribadite: “La famiglia deve essere vista come un soggetto che costruisce la società e la rete sociale” …

R. - La famiglia ha bisogno di essere riconosciuta come interlocutore serio, valido e importante non solo dal punto di vista istituzionale e quindi dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista delle imprese e delle banche, perché solamente se noi trasformiamo e speziamo questo circolo vizioso che ha posto la famiglia ai margini, come una realtà da aiutare e non da valorizzare e sviluppare come un’impresa, riusciremo a ripartire come Paese, ma soprattutto riusciremo anche a creare quelle opportunità che oggi, purtroppo, fanno essere l’Italia il Paese con meno nascite, il Paese dove le famiglie vengono abbandonate a se stesse e dove c’è più difficoltà a mettere al mondo un figlio.

D. – Concretamente, come si fa ad innescare questo processo?

R. – Credo che sia importante uscire da una logica vittimistica della famiglia che tante volte utilizziamo. La famiglia, anche noi tante volte, la raccontiamo, come qualcosa di stanco, qualcosa di grigio, di faticoso, addirittura contrapposta a qualcos’altro. La famiglia è una realtà che si impone da sola, perché è ricca, è bella, è capace di generare futuro, di far risparmiare le realtà in cui opera, ma soprattutto è quel tessuto sociale duro, forte che nonostante le difficoltà – come dicevo prima – in Italia ancora regge. Abbiamo anche bisogno di far passare questo concetto alle imprese – in Italia ce ne sono tante famigliari – e alle banche che tante volte non contemplano la famiglia come realtà da agevolare in alcune situazioni – vedi i tassi di interesse – così come invece fanno con le imprese. Allora cerchiamo di allargare l’orizzonte affrontando temi concreti che toccano le famiglie nel loro quotidiano.

D. – Qual è la sfida di questo incontro per le famiglie?

R.  – La sfida è quella di mettere attorno ad un tavolo una serie di interlocutori che silenziosamente già operano nella direzione che abbiamo e mostrano, portando casi concreti, che è possibile creare legami tra imprese, banche e famiglie. In Italia ci sono esperienze bellissime che andrebbero, non solo esportate e studiate, ma trasformate in un sistema che può essere colto come sfida per tutto il Paese.

D. – L’ultimo interlocutore quindi chi è? La politica?

R. – I primi interlocutori, innanzitutto, sono le famiglie che devono credere molto di più in loro stesse; gli altri interlocutori sono le imprese e l’ultimo è sicuramente la politica che troppo spesso vede le famiglie - lo ripeto - come un malato da aiutare, come qualcuno a cui dare l’elemosina e non come la gamba, il perno, la leva sulla quale far ripartire il Paese.

 








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