2017-01-21 08:08:00

Associazioni familiari: valorizzare famiglia per rilancio Paese


“Diamo credito alle famiglie. Insieme per far crescere il Paese”. E’ il titolo dell’incontro, promosso dal Forum delle Associazioni Familiari, che si tiene oggi, sabato 21 gennaio, a Roma presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Tanti gli interventi per ribadire che “la famiglia è un capitale da valorizzare e non un soggetto da aiutare”. Massimiliano Menichetti: 

Il potenziale della famiglia 
Un nuovo modello economico che abbia come fulcro la famiglia. E’ la sfida declinata in questi anni da economisti, giuristi, esponenti della società civile, media e non solo, a fronte delle nubi che si sono addensate sul futuro. In Italia il Forum delle Famiglie è tra i soggetti più impegnati a sostenere questa visione della società. Il presidente Gianluigi De Palo:

"La famiglia ha un potenziale enorme; non è un malato, ma la risorsa dalla quale far partire la ricostruzione del nostro Paese che senza la famiglia starebbe sicuramente peggio. Solamente se noi trasformiamo e cambiamo questo circolo vizioso che ha posto la famiglia ai margini, come una realtà da aiutare e non da valorizzare e sviluppare come un’impresa, riusciremo a ripartire come Paese ma soprattutto riusciremo anche a creare quelle opportunità che oggi, purtroppo, fanno essere l’Italia il Paese con meno nascite, il Paese dove le famiglie vengono abbandonate a se stesse e dove c’è più difficoltà a mettere al mondo un figlio”.

Modello famiglia e controllo sociale
Oggi il bene comune come acqua, salute, territorio sono affidate alla gestione del pubblico o del privato, e questa sembra essere l’unica possibilità, nonostante contraddizioni e criticità. Andrea Rapaccini, presidente dell’Associazione Make a Change per il business sociale:

“Esiste un’altra forma di economia, che è un po’ l’economia civile, l’economia sociale, dove la collettività si fa carico della gestione di un bene comune e quindi le famiglie possono organizzarsi, se si organizzano sotto forme non speculative, di imprese sociali. Di modelli ce ne sono tanti, sia in Italia che all’estero: in Italia si sono sviluppati sotto forma di cooperative sociali; all’estero si sono sviluppati invece con forme anche più capitalistiche. A prescindere dalla forma giuridica, il concetto di impresa sociale è il concetto in cui si gestisce un interesse comune in maniera economicamente sostenibile”.

Una sfida che guarda certamente al singolo, ma tutta giocata sulla forza connettiva della famiglia. Ancora Rapaccini:

“Il controllo sociale rispetto alla qualità di un servizio e alla correttezza con cui un servizio è erogato, è molto più alto se viene coinvolto il nucleo familiare rispetto al single. Perché si è parte di una comunità e la famiglia è parte di una comunità”.

Welfare non potrà prescindere dalle famiglie
Per Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, il Welfare, ovvero le iniziative volte a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, non potrà prescindere dal coinvolgimento delle famiglie:

“L’esperienza del lavoro che facciamo certifica in modo inequivocabile nel nuovo welfare che dobbiamo affrettarci a costruire e a sperimentare, che la famiglia non è il soggetto prevalentemente destinatario; la famiglia è prevalentemente un soggetto protagonista del nuovo welfare. La parola chiave è responsabilità, cioè si traferisce la responsabilità dell’intervento in capo alla famiglia, la si aiuta, ma la responsabilità viene trasferita”.

Le Banche e la famiglia
Nella costruzione di un modello economico diverso centrale rimane l’aspetto del credito, le banche per il prof. Vincenzo Bassi, delegato dell’Unione Giuristi cattolici, “devono capire che la famiglia” è un soggetto che genera reddito, produce servizi e beni:

“Immaginiamo innanzitutto delle istituzioni bancarie che possano studiare, insieme alle associazioni familiari, dei progetti di micro-credito non tanto per il consumo, quanto per gli investimenti familiari; per investimenti familiari noi immaginiamo – per esempio – attività di istruzione per i figli, immaginiamo beni durevoli come autovetture per famiglie numerose… La famiglia è la prima impresa, è la proto-impresa. Perché ci sia una famiglia c’è bisogno di organizzazione, professionalità e gestione economica. Questi sono gli elementi essenziali di qualsiasi imprese. Senza le famiglie neppure le imprese sarebbero potute nascere”.

Il 94% delle imprese italiane è basato sulla famiglia
Già oggi la famiglia è alla base di oltre 94% delle imprese italiane ribadisce Dionigi Gianola, direttore Generale della Compagnia delle Opere, per il quale “non c’è sviluppo economico se non c’è sviluppo sociale”:

“Il primo soggetto da cui parte lo sviluppo sociale, il primo mattone, è proprio la famiglia. Quindi alla famiglia va dedicata una particolare attenzione e una politica particolare che non sia soltanto di sostegno, perché ne ha bisogno, ma proprio perché la famiglia è il primo motore, non soltanto di un rilancio da un punto di vista della società, ma inteso come rilancio dello sviluppo economico. In altri termini, in uno slogan, potrei anche dire che non saranno le manovre finanziarie a far uscire il Paese Italia dalla crisi, ma bisogna ricostruire un tessuto sociale basato sulla famiglia”.

La politica e la famiglia
Il modello economico basato sulla famiglia è dunque un cammino necessario per salvare il Sistema Italia ed essere esempio nel mondo, per attuarlo l’interlocutore ultimo sarà necessariamente la politica. Ancora De Palo:

“I primi interlocutori, innanzitutto, sono le famiglie che devono credere molto di più in loro stesse; gli altri interlocutori sono le imprese e l’ultimo è sicuramente la politica che troppo spesso vede le famiglie come un malato da aiutare e non come il perno, la leva sulla quale far ripartire il Paese”.








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