2017-01-25 14:59:00

Enoc: al via formazione pediatri a Bangui, come voleva il Papa


E’ stata siglata l’intesa tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il centro pediatrico a Bangui nella Repubblica Centrafricana con lo scopo di formare nuovi medici. La richiesta di un’opera concreta, espressa dal Santo Padre all’Ospedale pediatrico della Santa Sede durante la visita nel Paese nel novembre 2015, ha visto la sua realizzazione con questo accordo. Giulia Angelucci ha intervistato la dottoressa Mariella Enoc, presidente del Bambin Gesù:

R. – C’ero stata a ottobre, a Bangui, tre mesi fa: ho trovato i progetti che il Santo Padre desiderava che fossero portati avanti, stanno camminando veramente; la situazione dei profughi è una situazione ormai quasi risolta: stanno tutti tornando alle loro case con l’aiuto che è stato dato. Poi abbiamo firmato un progetto per l’ospedale, il primo progetto a cui si teneva; abbiamo firmato un progetto con il Ministero dell’Educazione per la parte che riguarda l’università e la formazione e con il Ministero della Salute per la riabilitazione e la gestione in maniera adatta del centro pediatrico di Bangui. Quindi c’è stato anche un atto ufficiale che adesso ci impegna veramente a lavorare con il governo per il Paese. Ci sono due ong all’interno del centro pediatrico, quindi in questo momento bisogna cercare di mettere in sintonia anche loro che ovviamente sono molto abituati a lavorare da soli e questo è stato anche un po’ lo sforzo. E speriamo che adesso si incominci presto anche la ristrutturazione dell’ospedale: a settembre inizierà il lavoro vero con l’università per fare noi la formazione dei medici e soprattutto dei pediatri, perché in alcune specialità non hanno proprio nessuno che insegna e quindi per noi sarà anche una formazione un po’ generica, quella che dovremo fare, ma lo facciamo volentieri.

D. – Come e quando è nata, l’iniziativa?

R. - L’iniziativa è nata dopo la visita del Papa nella Repubblica Centrafricana, quando ha chiesto all’Ospedale Bambino Gesù di farsi carico del centro pediatrico di Bangui che lui aveva visitato e trovato in condizioni veramente difficili; poi, in un’udienza che mi ha concesso, mi ha chiesto di occuparmi anche degli altri progetti. La cosa che mi sembra più bella è che noi stiamo lavorando con il Paese e non solo per il Paese. E’ veramente un grande sforzo che coinvolge le autorità, che hanno questa responsabilità, in maniera che sia il Paese a crescere dal suo interno. E’ una fatica più grande che non quella di fare un ospedale nuovo, di gestirlo un po’ come si voglia. Io penso che questo sia anche il pensiero del Santo Padre per aiutare la crescita globale del Paese. C’è anche un progetto agricolo presso i Carmelitani, un progetto molto importante perché dopo aver dato le case, si incomincia a dare il lavoro e contemporaneamente anche la salute. E’ come se la visita del Santo Padre fosse stata un’adozione globale del Paese. Ma le devo dire che si vedono grandissimi cambiamenti a soli due mesi di distanza.

D. – Come avviene la formazione di questi medici?

R. – In grande parte a distanza, perché in grande parte cominciamo dal primo anno, quindi sono lezioni teoriche; e poi si pensa di poterli fare venire mentre qualche volta qualcuno dei nostri medici andrà per le parti un po’ più pratiche. Certo, loro mancano assolutamente di alcuni insegnanti: questo è forse uno dei progetti più complicati di quelli che stiamo affrontando. Però, formare le persone è anche un compito importante. Il Bambin Gesù ha anche un’iniziativa a Betlemme e a Karak, in Giordania; ci vogliono molte risorse economiche ma anche umane. Portare a termine bene questo progetto che sta molto a cuore al Santo Padre: le devo dire che la gente di Bangui è veramente entusiasta e mi vengono a dire: “Ma lei può salutarci il Santo Padre e dirgli che noi gli vogliamo bene, che dobbiamo tutto a lui?”. Il Papa non è andato solo a fare una visita pastorale, ma l’ha tradotta in opere di carità vere.

D. – Questo rapporto di Papa Francesco con la Repubblica Centrafricana …

R. – Lui è arrivato in questo Paese con una guerra terribile in atto; da quel momento è scoppiata la pace. Questa pace è mantenuta: ci sono ancora dei focolai al Nord … I profughi sono tornati alle loro case … se lei vedesse cos’è il seminario: sembra un monastero di clausura. Bisognerebbe affrontare magari piccoli Paesi, però con questo spirito diventano dei grandi segnali.    








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