2017-01-25 15:57:00

Giornalismo: Certi titoli sono contrari all'invito del Papa


"I giornalisti sono sempre più cruciali nel loro ruolo di controllori del cancello dell'informazione, sono loro che decidono cosa diventa immagine e pensiero condiviso. Ma è pur vero che questo ruolo non è più solo esclusivamente dei giornalisti. La metafora del mulino con cui il Messaggio si apre riguarda in realtà tutti. Il discorso allora apre agli utenti dei media e alla capacità di ciascuno di noi di farsi media e di diventare a propria volta macinatore, custode della mola dell’informazione". Così il commento di Pier Marco Aroldi, direttore dell'Osservatorio sulla Comunicazione (Università Sacro Cuore - Milano) e docente di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi, al Messaggio del Papa per la 51ma Giornata delle Comunicazioni Sociali.

Quei titoli scandalistici

"E’ vero che la predisposizione del pubblico è per le cosiddette 'bad news' e che è molto facile valorizzare gli aspetti più dramamtici delle vicende perché vanno incontro alle aspettative del pubblico. Ma questo a scapito dello sguardo a cui ci invita il Papa". A questo proposito, è costruttiva la comunicazione che passa attraverso il titolo di apertura: "Dio non è abruzzese?": "No, è l’esempio migliore di quello che il Messaggio invita a non fare", risponde secco Aroldi. "E’ una forma di comunicazione che certo non invita a cogliere il senso di ciò che sta avvenendo". D'accordo è Paolo Bustaffa, già direttore del Servizio di Informazione Religiosa (SIR) che precisa: "E' assolutamente non professionale". E chi controlla l'applicazione della deontologia?: "Ora la professione giornalistica è gravata da talmente tanti vincoli e codici di autoregolamentazione che tutti gli strumenti sono ormai stati impiegati. Ciò che resta è la coscienza libera del giornalista. Se quella non c'è, questi strumenti sono inefficaci", sottolinea ancora Aroldi. 

Il ruolo dei social nella circolazione della 'zizzania'

"I social incidono molto - risponde Aroldi - perché applicano all’ambiente digitale un meccanismo di comunicazione del passa parola che si ritrova proprio nella macchina della spontaneità - molto costruita e artificiosa - della maldicenza, del pettegolezzo, dell’intervento provocatorio. Questo accade non deterministicamente per il mezzo che si usa, ma per l’ambiente che si è creato per la comunità online. E’ diventato frequente sentir parlare di 'hate speech': i toni caldi, conflittuali, polemici ai limiti dell’aggressività, dell’odio e della discriminazione. Sono il contrario di quella pacatezza che i social media possono invece realizzare e che gioca a vantaggio del tessuto sociale e della convivenza civile, della solidarietà".

Chi è il giornalista e come aiutare l'opinione pubblica

Nel commentare il Messaggio del Papa, Bustaffa cita Kapuscinski, morto dieci anni fa: 'Il cinico non è adatto a questo mestiere […] per essere giornalisti con alta professionalità occorre essere persone buone'. Il grande reporter non si riferiva a un buonismo vuoto e generico - precisa Bustaffa - ma alla ricerca costante, intensa e profonda di tracce di umanità in ciò che accade. Il giornalista è colui che non si accontenta, scava e scava in se stesso, prima ancora che negli altri, nella sua capacità di leggere i segni dei tempi e la dimensione dell’uomo anche nel male. Comprende che, pur raccontando il male, ha la consapevolezza che l’ultima parola non appartiene al male. Non lo deve certo fare con toni omiletici o moralisti ma sul piano del suo linguaggio razionale, intellettuale". E chiosa su "chi davvero sta aiutando l’opinione pubblica a crescere anche sul piano culturale perché diventi critica nei confronti del modo di fare un certo giornalismo. Essa deve essere messa in grado di dare segnali costruttivi al modo di informare così che sappiano discernere e non accadrà che chi fa notizie esclusivamente scandalistiche abbia altissime tirature e chi si mantiene su un profilo etico di rispetto della dignità dell’uomo si trovi a fare i conti con una situazione difficile dal punto di vista del mercato". 








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