2017-01-26 13:51:00

Mons. Galantino: elezioni non siano diversivo, aiutare le famiglie


Non è normale che in un Paese la magistratura debba supplire alla politica; si guardino i problemi del Paese, a cominciare dalla situazione della famiglie. E’ quanto in sostanza ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nella conferenza stampa di chiusura del Consiglio permanente conclusosi ieri. I vescovi hanno anche ribadito la loro vicinanza alle popolazioni terremotate. Alessandro Guarasci:

Oltre 7 milioni sono stati stanziati per le 26 diocesi colpite dal sisma. Un esempio concreto della vicinanza della Cei alla gente colpita dal sisma, una vicinanza che si fa ancor più concreta con la presenza in quei territori di tanti religiosi.

Ma è anche l’attualità istituzionale a tenere banco. Per il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, il fatto che tra Camera e Senato ci siano due leggi elettorali diverse, significa che è dovuta intervenire la magistratura perché “la politica non ha fatto il suo mestiere”, e questo “non è normale”. L’alternativa sono le elezioni?

“Le elezioni, in qualsiasi momento avvengono, devono però essere il modo concreto attraverso il quale i nostri rappresentanti dicono: 'Se questi sono i problemi, noi vogliamo provare a risolverli', quindi non a rimandarli ancora, perché molto spesso rimandare le elezioni significa anche rimandare i problemi per non sentirsi pressati dai problemi. I problemi sono tali in questo momento che non possiamo permetterci il lusso di continuare a fare finta che non esistono”.

Le famiglie d’altronde attendono risposte, manca una politica di contrasto alle povertà, mentre si trovano 20 miliardi per le banche. Ancora mons. Galantino:

“Ma ci rendiamo conto che continuare a ritardare una serenità, una vita serena delle famiglie significa ritardare le condizioni perché questo nostro Paese cominci ad essere un po’ più pacificato e non stia in balia del primo populista che si alza? Il populismo non si combatte facendo altro populismo”.

Inoltre, il segretario generale della Cei esprime preoccupazione per una possibile legge sul fine vita:

“Una legge che riguarda l’eutanasia, che riguardi questo ambito particolare, la dichiarazione di fine vita, una legge che attribuisce tutto il potere all’autodeterminazione della persona, evidentemente non può essere accettata. Una legge che smonta quella sorta di alleanza tra paziente, medico e famigliari finisce per essere soltanto il trionfo, ancora una volta, dell’individualismo su questa realtà.

Infine i vescovi si esprimono su quegli episodi di infedeltà al proprio ministero di alcuni presbiteri, definendoli uno “scandalo”, “motivo di dolore” che comunque “non fanno venir meno la stima e l’ammirazione per il presbiterio nel suo complesso”.








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