2017-01-28 14:30:00

L'auspicio del Papa per la pace in Terra Santa


Questa domenica si celebra la IX edizione della Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa, una preghiera mondiale che unisce 10 mila città di tutto il mondo. Ed è un auspicio proprio alla fratellanza in Terra Santa il tweet odierno di Papa Francesco. “Signore, Dio di pace – scrive il Santo Padre sul suo account ‘@pontifex’ – ascolta la nostra supplica e donaci la pace in Terra Santa. Shalom, salaam, pace!” Sull'iniziativa di preghiera, sentiamo il servizio di Giada Aquilino:

Una preghiera di tutti i giovani del mondo, come contributo e supporto ai tanti fratelli e sorelle che in Terra Santa ancora non vedono realizzato il sogno della pace. Promossa, a partire dal 2009, da diverse realtà giovanili cattoliche, la Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa è un’occasione di speranza in un momento di stallo nei colloqui israelo palestinesi. Mons. William Shomali, vicario patriarcale di Gerusalemme dei latini:

“Il segno più forte è nella fede. Sappiamo che il Signore un giorno ci salverà. Ma umanamente parlando, vediamo segni contro la pace, che dicono che la pace diventa ogni giorno più difficile. Per esempio, il fatto di continuare la costruzione degli insediamenti, il fatto che non ci sono negoziati diretti, il fatto della violenza: sono indicazioni del fatto che la situazione va peggiorando. Ma questo non ci impedisce di crescere nella speranza e di continuare a pregare perché il Signore ci sorprenderà e un giorno ci darà quello che noi adesso facciamo oggetto della nostra preghiera”.

In un momento in cui negli Stati Uniti si parla di prolungamento del muro col Messico, di provvedimenti di chiusura in ambito migratorio, in Terra Santa ci si interroga sull’influenza della presidenza Trump in Medio Oriente:

“Trump cambia discorso e pensiero: aveva promesso di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, adesso dice che bisogna andarci piano. Dunque non sappiamo esattamente quale sarà il futuro, ma sappiamo che il presidente ha già promesso di lavorare per la pace in Terra Santa. Noi lo aiuteremo con la preghiera”.

La Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa coincide con la chiusura, proprio nella terra di Gesù, della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, lì cominciata dopo il Natale armeno. Papa Francesco l’aveva conclusa mercoledì scorso con la celebrazione ecumenica nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, esortando i cristiani a pregare, annunciare, amare e servire insieme, soprattutto chi è “più povero e trascurato”:

“In Terra Santa, le relazioni ecumeniche tra le diverse Chiese sono molto migliorate sia con gli ortodossi sia con gli anglicani sia con i luterani. Faccio un esempio: a febbraio celebreremo a Betlemme, in Palestina e ad Amman, in Giordania, una preghiera di ringraziamento per il riavvicinamento tra la Chiesa luterana e la Chiesa cattolica, in seguito all’incontro tra il Papa e la Federazione luterana, in Svezia. Di questo noi vogliamo dire grazie, insieme ai luterani. E già sono tante le persone che hanno aderito all’iniziativa. Quindi, un grande progresso: più che a livello politico, a livello ecumenico”.

L’invito di Papa Francesco era stato a sentirci incoraggiati dalla testimonianza “eroica” dei cristiani che soffrono e che sono perseguitati per il nome di Gesù:

“C’è la testimonianza dell’azione, dei fatti. Dobbiamo testimoniare Gesù Cristo e la bellezza del Vangelo, nonostante le difficoltà, con la nostra misericordia, con la nostra carità, con la nostra apertura, con il nostro perdono”.








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