2017-02-01 14:00:00

Canada: Messa per la strage in moschea. Presente la comunità islamica


Lacrime per il dolore che ha colpito la comunità del Québec ma anche la decisione di non soccombere al male e all’odio. Si è svolta in un clima di profonda commozione la Messa celebrata ieri sera in comunione con le vittime dell’attentato alla Grande moschea nella chiesa di Notre-Dame-de-Foy, che si trova a poca distanza dal Centro culturale islamico. A presiedere la Messa - riferisce l'agenzia Sir - è stato il card. Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo della città. Erano presenti alla celebrazione le autorità politiche del Paese con a capo il primo ministro del Quebéc, i rappresentanti delle Chiese cristiane e i membri della comunità musulmana. 

La preghiera al padre comune, creatore e padre di ogni Misericordia
“Grazie a voi, fratelli e sorelle, per la vostra testimonianza di solidarietà in questo momento così doloroso”, ha detto il card. Lacroix, prendendo la parola all’inizio della celebrazione. “Questa sera, su invito della Chiesa cattolica del Québec, pregheremo per i nostri fratelli e sorelle della comunità musulmana e per tutte le persone che sono state colpite da questo dramma. Ci rivolgiamo insieme a Dio, perché ci aiuti a rialzare la testa e ritrovare la forza che serve per andare avanti con quell’amore necessario per vivere su questa terra in pace e in armonia”. “La nostra speranza è messa alla prova. E’ per questo che ci rivolgiamo al nostro padre in comune, nostro creatore e padre di ogni Misericordia”.

Il toccante intervento del co-fondatore del Centro culturale islamico
Prima della Messa ha preso la parola Boufeldja Benabdallah, co-fondatore del Centro culturale islamico, che tra le lacrime ha nominato ad uno ad uno i nomi delle 6 vittime ricordando chi erano e cosa facevano. “Grazie di avermi invitato. Siete tutti amici”, ha detto: “Nella nostra religione si dice che quando si vuole bene a qualcuno, bisogna dirglielo. Allora io vi dico, vi amo”. E a queste parole, tutte le persone presenti nella Chiesa si sono alzate in piedi e lo hanno applaudito.

In questa terra abbiamo imparato dai cristiani il perdono e il rispetto dell'altro
“Sono arrivato in Québec circa 48 anni fa. Sono 48 anni che il Québec mi ha teso la mano come ha teso la mano a coloro che sono morti. Siamo arrivati qui, in questa bella città, in questo meraviglioso e immenso Paese del Canada dove abbiamo scelto di vivere e di far crescere i nostri bambini. Voi siete un popolo buono. Abbiamo imparato da voi molte cose, la resilienza di fronte alle avversità, il perdono, il rispetto dell’altro. E siamo riconoscenti per tutto questo”. 

"Non permetteremo che il rancore e l’odio possano entrare nel cuore dei nostri bambini"
Il pensiero di Boufeldja Benabdallah si rivolge poi ai bambini che nel tragico attentato hanno perso il loro papà: “Diremo loro che non è stato il Québec a uccidere i loro padri. E’ stato un essere umano che si è sbagliato, che non doveva fare quello che ha fatto. Posso assicurarvi che conosciamo la bontà del cuore umano. Non permetteremo che il rancore e l’odio possano entrare nel cuore dei nostri bambini”. (R.P.)








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