2017-02-04 11:01:00

La prevenzione al centro della Giornata mondiale contro il cancro


Ricorre oggi la Giornata mondiale contro il cancro promossa dall'Unione Internazionale Contro il Cancro e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che quest’anno prosegue la campagna triennale World Cancer Day. Il servizio di Giulia Angelucci:
 
Il cancro è al secondo posto come causa di morte nel mondo, preceduto solo dalle malattie cardiovascolari, con un’incidenza in forte aumento nel corso degli ultimi dieci anni. Le probabilità di ammalarsi nella vita sono ormai di 1 su 3 per gli uomini e di 1 su 4 per le donne. Il tasso di guarigione è passato dal 40% del 2000 al 61% attuale ma occorre spingere sulla prevenzione. Per questo il motto della Giornata 'Noi possiamo. Io posso'. Sentiamo Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori:

R. – Certamente gli ultimi 2-3 anni sono stati anni molto importanti per gli sviluppi della ricerca e per i risultati ottenuti dalla ricerca. Quest’anno direi che sostanzialmente i principali istituti stanno lavorando su due grandi tematiche. La prima è quella relativa ai cosiddetti nuovi farmaci immunoterapici, perché abbiamo scoperto che il tumore è in grado di silenziare l’effetto del nostro sistema immunologico e questi nuovi farmaci sono farmaci che riescono a restaurare questa attività del nostro sistema immunologico. Il secondo punto, su cui stanno lavorando i principali istituti, è capire come mai non tutti i pazienti rispondono a questi farmaci.

D. – Tra diagnosi più precoci e nuove frontiere terapeutiche, qual è  il bilancio del vostro Centro e quale la situazione italiana?

R. – L’Italia sicuramente è tra i primi Paesi europei e anche a livello mondiale siamo ben rispettati, perché - nonostante non ci siano eccessivi finanziamenti nella ricerca - la capacità dei nostri ricercatori e dei nostri ospedali è certamente molto importante.

D. – Si possono dare alcuni consigli per la prevenzione al cancro?

R. – Noi riusciamo a curare e a guarire più tumori adesso che negli ultimi 15-20 anni. La maggioranza di tumori non vengono per caso: tranne una piccola quota di tumori che vengono su base ereditaria, soprattutto nell’età meno avanzata, in età giovanile, e alcuni tumori in cui stiamo scoprendo alcune predisposizioni, nella quasi totalità dei casi sono le nostre cattive abitudini di vita che fanno sì che noi – già esposti in un ambiente non particolarmente favorevole alla prevenzione della malattia - ci ammaliamo più facilmente.  Quindi se noi cambiassimo le nostre abitudini di vita ridurremmo, a livello individuale, il rischio di ammalarci: questa è la prevenzione primaria. Il secondo punto è la prevenzione secondaria e con questo si intende diagnosi anticipata: l’esecuzione di questi esami in programmi coordinati a livello nazionale e regionale permette una diagnosi prima che si manifesti il sintomo. E quali sono i vantaggi? Maggior curabilità e soprattutto poter utilizzare delle tecniche - chirurgiche, radioterapiche e farmacologiche - che sono meno impattanti e meno invasive sul paziente. E questo permette di aumentare non soltanto la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita, perché gli interventi sono meno dannosi sulla persona. 

Considerando l'intera popolazione italiana, il tumore in assoluto più frequente è il carcinoma della cute, seguito da quello della mammella, del colon retto, della prostata e del polmone. Ascoltiamo Mauro Picardo, direttore scientifico dell’istituto Ifo di Roma: 

R. – Sul cancro della pelle, che è l’area di interesse del nostro Istituto dermatologico San Gallicano, posso dire che sono stati fatti dei grandi progressi e da tanti punti di vista: grandi progressi sull’individuazione di quelle che possono essere le concause, fondamentalmente di origine ambientale, e che possono facilitare l’insorgenza dei tumori cutanei; sono stati fatti notevoli progressi sugli studi di biologia molecolare e quindi sui meccanicismi che inducano il danno al carico del Dna; ma anche notevoli progressi sono stati fatti da un punto di vista terapeutico. La situazione italiana è di grande attenzione nei confronti del problema: la Comunità Dermatologica Italiana è molto sensibile all’aspetto dei tumori cutanei – sia del melanoma che di quelli che vengono definiti “non melanoma skin cancer”. E’ ovvio che la comunità dermatologica è interessata alla prevenzione della comparsa dei tumori cutanei, delle identificazioni di lesioni che possono essere a rischio e di identificare precocemente la presenza del tumore in cui il trattamento chirurgico o medico può essere risolutivo.

D. – Si possono, in questo senso, dare alcuni consigli per la prevenzione al cancro?

R. – Certamente il cambio degli stili di vita, la riduzione all’esposizione solare, la riduzione dell’esposizione a raggi ultravioletti artificiali sono aspetti importanti per poter prevenire e ridurre l’incidenza dei tumori.

D. – Cosa è in preparazione per la Giornata Mondiale contro il cancro?

R. – Informare le persone su quelli che possono essere i fattori di rischio per insorgenza dei tumori, la presenza di lesioni che potrebbero essere associate o potrebbero indicare la presenza di tumori e quindi di poter fare una visita dermatologica precoce; e quella di identificare persone che sono – come si dice – fenotipicamente a rischio per lo sviluppo dei tumori. E riguardo ai “non melanome skin cancer”, che sino a qualche anno fa venivano soltanto trattati con l’asportazione chirurgica, c’è adesso un concetto di terapia medica che può essere fatto di terapia fisica, di terapia fotodinamica, da creme.. E secondo me è una cosa importante che le persone sappiano. Io credo che un messaggio importante per i radioascoltatori sia quello di considerare che i tumori della pelle si possono identificare precocemente, che è possibile fare una prevenzione seria e che, facendo dei follow up periodici, è possibile prevenirne l’evoluzione. 

Ascoltiamo Laura, una delle protagoniste del documentario Kemioamiche che parla di  donne che hanno combattuto il tumore al seno:

“Tutto il gruppo è è stato molto discreto, forse c’è un po’ un tabù a parlarne… Però quello che a me ha fatto piacere è che, sulla mia esperienza, donne che non facevano prevenzione adesso hanno cominciato a farla. E questo già vale moltissimo per me! Io sono una che posso dire che probabilmente mi sono salvata nel fare prevenzione”.








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