2017-02-04 14:33:00

Parolin firma Accordo Quadro in Congo


Ieri, a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha firmato l’Accordo Quadro sulle relazioni tra la Chiesa cattolica e lo Stato. Presente alla cerimonia della firma anche il Presidente congolese.

L’Accordo Quadro, costituito da un preambolo e 18 articoli, garantisce alla Chiesa la possibilità di svolgere la propria missione nel Congo. In particolare, viene riconosciuta la personalità giuridica della Chiesa e delle sue Istituzioni. Le due Parti, pur salvaguardando l’indipendenza e l’autonomia che sono loro proprie, si impegnano a collaborare per il benessere morale, spirituale e materiale della persona umana e per la promozione del bene comune.

Nell’occasione, il cardinale Parolin ha portato il saluto di Papa Francesco “a tutto l’amato popolo” congolese, sottolineando che la firma dell’Accordo “costituisce una nuova tappa, d’importanza storica”, che cade nel quarantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Congo. Il porporato ha citato San Giovanni Paolo II, in visita Congo nel maggio del 1980: “Lo Stato può contare sulla leale collaborazione della Chiesa, dal momento che si tratta di servire l’uomo e di contribuire al suo progresso integrale. E la Chiesa, in nome della sua missione spirituale, chiede da parte sua la libertà di rivolgersi alle coscienze così come la possibilità per i credenti di professare pubblicamente, di alimentare e di annunciare la loro fede… La libertà religiosa è infatti al centro del rispetto di tutte le libertà e di tutti i diritti inalienabili della persona” (Viaggio Apostolico in Africa, Discorso di Giovanni Paolo II al Presidente della Repubblica del Congo e alla Nazione, Brazzaville, 5 maggio 1980).

“È bene sottolineare - ha aggiunto il cardinale Parolin - che con questo Accordo la Chiesa Cattolica non cerca in alcun modo di ottenere privilegi particolari a spese di altre confessioni”. Si tratta, anzi, “di rafforzare, non solo la comprensione reciproca, ma anche la collaborazione tra le comunità religiose”. Il porporato confida inoltre che “l’attuazione di tale Accordo possa contribuire all’irradiamento della Repubblica del Congo sul piano  internazionale, attestando ancora che il Congo tratta con rispetto le Comunità religiose e attribuisce una reale importanza ai principi del diritto riconosciuti a livello internazionale, e in particolare al principio fondamentale di libertà religiosa: è in tal senso che il documento costituisce anche un bene a favore di tutte le istanze religiose, cattoliche e non cattoliche”. Infine, il segretario di Stato auspica che l’Accordo possa concorrere “al mantenimento della convivenza  pacifica, come anche allo sviluppo integrale del Paese”.








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