2017-02-04 11:00:00

Radio: la rivoluzione passa dal Dab. Anche per Radio Vaticana


Dilaga in mezza Europa la rivoluzione digitale della Radio. Diversi Paesi optano, infatti, per l'utilizzo del Digital Audio Broadcasting, il Dab, un nuovo modo di fruire del segnale radio che vede apparecchi di ultima generazione. La Norvegia, di recente, ha mandato in pensione il tradizionale ascolto in modulazione di frequenza, l'FM, per passare a questa nuova tecnologia, che, benchè più lentamente, sta prendendo piede anche in Italia. Anche la Radio Vaticana si può ascoltare in gran parte della Penisola grazie al Dab. I particolari da Paola Simonetti:

Le immagini televisive non sono state in grado di farla soccombere, come molti credevano. Anzi, la Radio, a 90 anni dalla sua nascita, gioca un'altra partita, quella con le nuove tecnologie. Il suo ascolto per molti cittadini del Vecchio Continente si consuma ora con il Dab, il Digital Audio Broadcasting, un sistema che prevede l'uso di un apparecchio di nuova generazione in grado di catturare il segnale, a detta degli epsetri, con maggiore qualità rispetto al sistema tradizionale, consentendo anche la visione di immagini, testi, informazioni di varia natura.                          

La Norvegia della nuova tecnologia Dab ne ha già decretato il primato, mandando in pensione la tradizionale modulazione di frequenza, l'FM, optando per innovazione e risparmio; una rivoluzione, questa, prevista entro il 2020 anche dalla Svizzera, dove già quasi metà della popolazione gradisce l'ascolto in digitale. Così come per i cittadini britannici, per i quali la fruizione con il Dab è cresciuta del 10%.  Più lento il cammino dell'Italia, dove tuttavia il cambiamento sembra essere in atto. Una evoluzione prettamente generazionale, destinata a cambiare il consumo del mezzo radiofonico, come sottolinea Giorgio Simonelli, docente di storia delle Radio e della Tv all’Università Cattolica di Milano:

"Sicuramente è in atto un nuovo fatto generazionale. C’è un consumo radiofonico legato ad una nuova generazione: quella dei nativi digitali. Quindi una generazione che instaura un rapporto con la radio molto più interattivo, molto più “personal”. I contenuti radiofonici sono fatti per esser emessi in rete e quindi non per essere consumati nella struttura ideata dalle emittenti, ma per essere prevalentemente consumati in una nuova dimensione, che è quella che viene data loro dai consumatori che li fanno circolare".

Un sistema, quello della Digital Radio che, secondo gli esperti di settore, porterà benefici soprattutto a chi ne fruirà in movimento, in auto soprattutto, garantendo un segnale di alta qualità anche in presenza di ostacoli, gallerie, luoghi insoliti, ma che certamente non potrà fare a meno anche dell’ascoltatore più tradizionale e casalingo. Sentiamo ancora Simonelli:

"Il nostro Paese, con una generazione matura e anziana molto ampia sicuramente non verrà escluso, perché si tratta di consumatori di cui la pubblicità radiofonica, ma anche l’emittenza radiofonica nella sua purezza, non può fare a meno".

Ma, dunque, l’FM ha davvero i giorni contati? Non nell’immediato secondo lo storico della radio e della tv, Giorgio Simonelli, che prevede un futuro comunque florido per il mezzo radiofonico:

"In questo momento, sicuramente, i due sistemi andranno a convivere, però credo che quella digitale sia un’egemonia che si sta affermando in tutti i campi e quindi si affermerà anche per la radio. Quest’ultima è il mezzo che soffre meno queste cose, perché, come abbiamo già visto in altre epoche, la radio è il mezzo più duttile, più capace di adeguarsi alle nuove situazioni. Quindi, paradossalmente, ne esce avvantaggiata da trasformazione del genere che non sarà traumatica".








All the contents on this site are copyrighted ©.