La Chiesa in Australia prova vergogna, si scusa ed è profondamente scossa e umiliata dal risultato dell’indagine condotta dalla Royal Commission in merito ai numerosi casi di abusi sessuali perpetrati da membri del clero e da laici. Sarebbero 572 preti, di cui 384 diocesani, 597 religiosi e 96 religiose accusati di aver commesso abusi ai danni di minori a partire dal 1950.
La chiesa si dice "scossa e umiliata". Assisterà chi è stato ferito
Le cifre - riporta L'Osservatore Romano - sono state rese note dall’arcivescovo di
Sydney, Anthony Colin Fisher, il quale, di fronte alla gravità di queste accuse, verificate
in parte anche da uffici ecclesiastici, ha diffuso una lettera pastorale nella quale,
oltre appunto a dirsi «scosso» e «umiliato» dai risultati dell’indagine, avverte come
le prossime settimane «saranno traumatiche per tutte le persone coinvolte, specialmente
per le vittime. Nonostante ciò che sarà — ha affermato il presule — rimango determinato
a fare tutto ciò che è necessario per assistere chi è stato ferito dalla Chiesa e
a lavorare per una cultura di maggiore trasparenza, affidabilità e sicurezza per tutti
i bambini».
Adottare tutte le misure necessarie affinchè tali crimini non si ripetano
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Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Conferenza episcopale australiana,
l’arcivescovo Denis J. Hart, attraverso un messaggio nel quale ha ricordato come «Papa
Francesco ha invitato tutta la Chiesa a trovare il coraggio necessario per adottare
tutte le misure necessarie» affinché «tali crimini non possano mai essere ripetuti».
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