2017-02-08 12:56:00

Famiglie cattoliche: Ue non difende i minori dalla pornografia


La pornografia minaccia sempre più l’infanzia, soprattutto su internet. E’ la denuncia della Federazione europea delle Associazioni familiari cattoliche, oggi impegnata in un dibattito sul tema al Parlamento europeo. In vista della revisione della direttiva Ue sull’audiovisivo, Fafce (pronuncia Fafsè) ribadisce che si stanno abbassando gli standard di protezione per i bambini. Massimiliano Menichetti ha intervistato il responsabile relazioni internazionali, Nicola Speranza:

R. – L’evento di oggi ha come obiettivo principale quello di allertare sulla tematica dell’esposizione dei minori alla pornografia. E’ un fenomeno in crescita, si parla spesso e a giusto titolo di sicurezza internet, delle minacce della pedopornografia, ma si parla molto di meno di come i minori siano sempre più esposti a contenuti pericolosi sia in televisione ma ora soprattutto online. In media, un bambino in Europa inizia ad usare internet all’età i 7 anni. Uno studio britannico dimostra come i minori tra i 5 e i 16 anni spendano circa 6 ore e mezzo al giorno davanti ad uno schermo e questo è dovuto a una grande accessibilità agli smartphone, laptop, tablet… E la pornografia rappresenta un mondo pericoloso che ha conseguenze sugli adulti ma a maggior ragione sui bambini.

D. - Come si fa a proteggere un minore, visto che via etere l’accesso è vietato ai 18 anni, ma su internet basta digitare una parola?

R. - L’ideale sarebbe bloccare i siti. Il problema grande che vediamo è che c’è una forte pressione sia della lobby dell’industria pornografica - i cui guadagni sono veramente enormi a livello di decine di miliardi di euro - ma c’è anche una volontà da parte di alcuni settori dell’audiovisivo a non voler essere regolamentati in alcun modo.

D. – A breve la previsione della direttiva in materia: qual è la situazione?

R. – E’ necessario aggiornare questa direttiva europea molto vasta che regola i servizi audiovisivi sia internet sia della televisione e tra i vari aspetti di questa ampia direttiva c’è anche il tema della protezione dei minori. L’attuale proposta della Commissione europea e ancora di più quella del Parlamento europeo ci preoccupano perché abbassano gli standard già deboli che ci sono a livello europeo. Per esempio, l’attuale normativa parla di sviluppo morale, fisico e psichico del bambino: ci sono più proposte per cui si vuole sopprimere il riferimento allo sviluppo morale del bambino e così facendo si dimentica totalmente il bisogno che i bambini hanno di crescere in un ambiente sano e sicuro di fronte anche alle nuove sfide della digitalizzazione.

D. – Attualmente si assiste anche al paradosso, ovvero che in internet in nome della libertà non si regolamenta nulla…

R. – Ed è quello che stiamo vedendo nel Regno Unito dove la proposta legislativa volta a bloccare la pornografia è messa in discussione dalle norme europee che riguardano la cosiddetta neutralità di internet. Se si dice che internet deve essere uno spazio libero di scambio di opinioni, questo non può voler mettere questa libertà al servizio di persone che sfruttano altre persone - qui tutta la questione dell’industria della pornografia - e che mettono a repentaglio lo sviluppo morale e psicologico dei bambini.

D. – Al parlamento si discute di protezione, ma i genitori che cosa possono fare?

R. – Il bambino non va mai lasciato solo ma sempre accompagnato. I computer, gli smartphone non vanno lasciati di facile accesso ai bambini. Va anche sottolineato il ruolo fondamentale dei genitori nell’educare così da creare negli anni un sano rapporto con le nuove tecnologie. Si tratta di una nuova forma di educazione al digitale.








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