2017-02-08 16:35:00

Mons. Sorondo: le religioni combattano il traffico di organi


Seconda e ultima giornata dell’incontro in Vaticano, presso la Casina Pio IV, sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Importante la Dichiarazione finale firmata da tutti i partecipanti e che sarà resa nota nelle prossime ore. Francesca Sabatinelli:

Il traffico di organi è un crimine grave contro l’umanità: è questo il salto di qualità compiuto dalla Dichiarazione di Budapest del 1994 ad oggi. Allora si disse che il traffico di organi era un crimine sì, grave, ma contro la dignità umana. Mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze:

“Si tratta di un’attività che va contro la gente in tutto il mondo, ed è persistente. Il Papa ha detto che ogni forma di traffico e di nuove forme di schiavitù che sono il lavoro forzato, la prostituzione e il traffico di organi, sono crimini contro l’umanità e che bisogna riconoscerli come tali a tutti i livelli: sociale, politico e giuridico”.

Il testo della Dichiarazione messo a punto dall’Assemblea si rivolge in primo luogo ai leader religiosi, che devono favorire la donazione di organi e che devono, allo stesso tempo, esprimere la loro condanna nei confronti del traffico di organi:

“Quello che è venuto fuori, naturalmente, è che dove i Paesi sono organizzati con buoni medici e con un sistema ospedaliero in cui si faciliti la pratica e la gente è abituata a donare gli organi, praticamente non c’è traffico, perché c’è disponibilità di organi. Invece, nei Paesi in cui non ci sono buoni medici e non c’è un sistema di ospedali o di enti per la cura dei malati e la gente non ha consapevolezza della possibilità di donare organi, naturalmente c’è il traffico di organi, nel senso che alla gente gli organi vengono tolti ... come se fossero schiavi. Quindi, la raccomandazione generale è che le comunità religiose, i leader religiosi, favoriscano la donazione di organi, in maniera che quando le persone muoiono lascino scritta nel testamento l’autorizzazione al prelievo degli organi. Allo stesso tempo si chiede che siano molto critici nei confronti del traffico di organi”.

Altre raccomandazioni in tal senso sono dirette alle Nazioni Unite e a tutte le organizzazioni che dall’Onu dipendono, così come al Consiglio europeo. L’appello è anche agli Stati perché promuovano un efficiente sistema sanitario e perché favoriscano la donazione di organi, oltre a vigilare per evitare il traffico, soprattutto nei Paesi maggiormente esposti. Si tratta di un grave fenomeno che ad oggi ancora non ha cifre globali e tantomeno una stima del movimento economico che vi è dietro. Ben vengano, quindi, iniziative come quella di questi due giorni in Vaticano:

“Io credo che, tutto sommato, la conclusione che possiamo trarre è che l’incontro sia stato molto positivo: è la prima volta che si traccia un bilancio generale del problema, in Italia; è la prima volta che si fa in Vaticano. Come abbiamo visto, la Dichiarazione di Budapest redatta più o meno da questo stesso gruppo, ha avuto la sua importanza e questa Dichiarazione può avere la stessa importanza, se non di più, di quella di Budapest”.

 

 








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