2017-02-11 15:27:00

Migranti, associazioni cattoliche: dal governo svolta securitaria


Critiche da parte di tante associazioni che si occupano di immigrati nei confronti del governo, per l’approvazione ieri del pacchetto sicurezza. Il decreto prevede, tra l’altro, la creazione di centri di permanenza per il rimpatrio. Alessandro Guarasci:

Un decreto tutto improntato alla sicurezza e poco all’accoglienza. Le organizzazioni cattoliche che si occupano di immigrati non condividono l’impronta data dal governo al pacchetto sicurezza. Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas:

“Dalla presenza di centri di identificazione in ogni regione d’Italia all’idea di rimpatri forzati più facile, sapendo peraltro, con l’esperienza maturata negli anni, che non sono misure che in qualche modo possano aiutare il governo della migrazione, che ha ben altri problemi sul tavolo”.

Nei centri di permanenza potranno andare al massimo 1.600 persone. Nella bozza del provvedimento si stanziano a favore del Ministero dell'Interno 19,1 milioni di euro nel 2017 per "garantire l'esecuzione delle procedure di espulsione, respingimento o allontanamento degli stranieri irregolari dal territorio dello Stato”. Roberto Morozzo Della Rocca, della Comunità di Sant’Egidio:

“Noi avremo in Italia il problema di tante persone che si inseriranno, che faranno anche attività socialmente utili, che poi troveranno anche lavoro o comunque si dedicheranno ad apprendere la lingua bene, a inserirsi e se all’esito di questo arriva un provvedimento di diniego, forse il problema vero è chiedersi se davvero dobbiamo dare l’espulsione a tutti, senza poi riuscire a mandarli via o non creare invece dei canali di regolarizzazione almeno per coloro che hanno dimostrato capacità di inserimento”.

Ma come risponde la maggioranza? Il 22 febbraio la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza ascolterà il ministro dell’Interno Marco Minniti. Il presidente Federico Gelli:

“Certo è che presentarlo in contemporanea con il decreto sicurezza, con maggiori ruoli e poteri dei sindaci, fa effettivamente intravedere una svolta sicuritaria cosa che, a mio avviso, va ben distinta invece dal sistema di organizzazione e di accoglienza dei profughi nel nostro territorio. E questo è il punto cardine. Quindi, il 22 sarà in audizione alla mia commissione, la commissione d’inchiesta parlamentare per l’accoglienza dei migranti, e capiremo meglio di cosa si tratta. Noi siamo sempre stati contrari ai Cie così come erano intesi nel passato”.

Il vero nodo è la ricollocazione dei migranti a livello nazionale ed europeo. Ancora Forti:

“Il sistema è molto sbilanciato, con alcuni comuni che hanno numeri particolarmente importanti e altri invece che non hanno nemmeno una presenza sul proprio territorio. E questa situazione poi la ritroviamo in Europa dove il sistema della relocation, quello previsto dall’agenda europea, non sta assolutamente funzionando: qualche migliaio di persone ricollocate in alcuni Paesi europei, a fronte di decine di migliaia, come previsto dal piano europeo”.








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