2017-02-13 14:30:00

Card. Sepe: dalla Chiesa progetti concreti per il lavoro dei giovani


Progetti concreti per il lavoro dei giovani, in questo difficile momento occupazionale: sono stati proposti al Convegno organizzato in questi giorni a Napoli sul tema “Non lasciate che qualcuno uccida la speranza dei vostri cuori" e a cui hanno partecipato i vescovi delle Diocesi del Sud d’Italia. Ascoltiamo il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe al microfono di Federico Piana:

R. – Noi, come Campania, abbiamo presentato alcune possibilità: si tratta del recupero di tutta una realtà artistico-ecclesiastica, di chiese, ecc. Poi l’utilizzazione di terreni che possono essere sfruttati per fare delle cooperative, in modo da realizzare dei progetti concreti. Si tratta di dimostrare che non abbiamo espresso solo dei desideri o delle buone intenzioni, ma che vogliamo renderli concreti.

D. – Tutto questo deve essere appoggiato dalla progettualità anche politica. La Chiesa del Sud cosa chiede di concreto questa volta alla politica, sia locale che nazionale?

R. – Noi diciamo loro, a livello nazionale e anche ai governatori, di mettere insieme le nostre preoccupazioni con le loro su dei dati molto particolari. Allora si tratta di voler valorizzare i beni culturali, delle chiese, ecc. Bene, concretamente cosa si fa? Tutto questo facendo sì che la partecipazione delle istituzioni confermi il progetto e che queste poi naturalmente lo gestiscano nella misura e nelle modalità concordate con i vari vescovi, le varie realtà ecclesiastiche.

D. – C’è un capitolo, che è stato sollevato anche in questo convegno, ossia la mancanza di progettualità per quanto riguarda i soldi che arrivano dall’Unione Europea. Molti fondi dell’Ue rimangono ingestiti e poi ritornano a Bruxelles. Ecco, anche qui bisogna avere dei progetti chiari per poter spendere questi soldi che potrebbero alleviare un po’ le difficoltà dei giovani…

R. – Assolutamente sì. Infatti è stata anche provvidenziale la presenza del Commissario europeo, il quale poi si è detto veramente molto felice, e ha detto: “Sì, questo fa parte proprio delle nostre finalità”. Quindi abbiamo, da una parte, la Commissione Europea che è pronta a venirci incontro; dall’altra parte, poi, una gestione trasparente, precisa e chiara da parte delle istituzioni locali. E in questa maniera evitiamo anche quella brutta situazione di dover rimandare indietro tanti soldi che non si spendono. Cioè qui si lavora un po’ “a triangolo”: istituzioni europee che approvano i progetti; istituzioni locali che fanno i progetti come sanno fare; e la Chiesa che è il collegamento perché le cose possano poi realizzarsi.

D. – In tutto questo sarà importante anche l’azione dei parroci, che sono molto vicini ai giovani che stanno soffrendo per la mancanza di lavoro…

R. – Certo, assolutamente. Qui in pratica si tratta anche di questo: il vescovo agisce anche in riferimento a quelle che sono le esigenze locali dei vari decanati, dei vari parroci, ecc. E siccome i nostri sacerdoti sono stati interessati fin dal primo momento e hanno visto la cosa in maniera molto positiva, qui dopo sarà opera nostra poter coordinare soprattutto i parroci e i decanati, quelli che sono i responsabili zonali della nostra diocesi, per mettere insieme qualcosa che possa soddisfare le esigenze. Certamente non riusciremo a soddisfare tutte le richieste, però possiamo dare un segno, in ogni decanato e in ogni parrocchia, che qualche ragazzo può essere chiamato a lavorare in questi campi che abbiamo: questo diventa un fatto di comunione e di ecclesialità.








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