2017-02-13 12:15:00

Papa: severità estrema con preti pedofili, chiedo perdono alle vittime


“Chiedo perdono” alle vittime di abusi da parte di sacerdoti, dobbiamo dare prova di “estrema severità” verso i preti pedofili. E’ quanto scrive Papa Francesco nella prefazione del libro “La perdono, padre” di Daniel Pittet, bibliotecario a Friburgo in Svizzera, egli stesso vittima di abuso quando era bambino. Il Pontefice definisce questo libro una “testimonianza necessaria, preziosa e coraggiosa”. Ribadisce quindi l’impegno della Chiesa a proteggere i “più deboli e gli indifesi” e confida che le vittime di abusi, arrivate fino al suicidio, sono morti che pesano sulla coscienza del Papa e di “tutta la Chiesa”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito”, per questo la “testimonianza di Daniel Pittet è necessaria, preziosa e coraggiosa”. Papa Francesco esordisce così nella prefazione al libro “La perdono, padre” in cui il bibliotecario svizzero racconta la sua terribile vicenda di vittima di abusi da parte di un prete quando era bambino. Ancora una volta, scrive Francesco, ho visto “i danni spaventosi causati dagli abusi sessuali e il lungo e doloroso cammino che attende le vittime”.

Le vittime che si sono suicidate pesano sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa
Il Papa sottolinea l’importanza di leggere questa “testimonianza e scoprire a che punto il male può entrare nel cuore di un servitore della Chiesa”. “Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può – si chiede il Pontefice – aver consacrato la sua vita per con­durre i bambini a Dio e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato ‘un sacrificio diabo­lico’, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?”. Alcune vittime, ricorda con amarezza il Papa, “sono arrivate fino al sui­cidio. Questi morti pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono”.

Massima severità con i preti pedofili e con chi li ha protetti
Si tratta, ammonisce ancora una volta Francesco, “di una mostruosità assoluta, di un or­rendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna”. Rammenta dunque che nella Let­tera Apostolica “Come una madre amorevole” ha esortato la Chiesa a “prendersi cura e proteggere con affetto particolare i più deboli e gli indifesi”. “Abbiamo dichiarato – ribadisce – che è nostro dovere far prova di severità estrema con i sacerdoti che tradiscono la loro missione e con la loro gerarchia, vescovi o cardinali, che li proteggesse, come già è suc­cesso in passato”.

La testimonianza di Daniel Pittet, un segno della forza del perdono e della preghiera
Nella disgrazia, si legge ancora nella prefazione del libro, “Daniel Pittet ha potuto incon­trare anche un’altra faccia della Chiesa e questo gli ha permesso di non perdere la speranza negli uomini e in Dio. Ci racconta anche della forza della preghiera che non ha mai abbandonato, e che lo ha confortato nelle ore più cupe”. Francesco ricorda così che Pittet ha scelto di “incontrare il suo aguzzino quarantaquattro anni dopo e di guardare negli occhi l’uomo che l’ha ferito nel profondo dell’animo. E gli ha teso la mano”. “Il bambino ferito – afferma il Papa – è oggi un uomo in piedi, fragile ma in piedi. Sono molto colpito dalle sue parole: ‘Molte persone non ri­escono a capire che io non lo odii. L’ho perdo­nato e ho costruito la mia vita su quel perdono’”.

Abbattere il muro del silenzio che soffocava scandali e sofferenze
Il Papa ringrazia “Daniel perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa”. Sono testimonianze che “aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione e aiutano anche i pe­dofili a prendere coscienza delle terribili conse­guenze delle loro azioni”. “Prego per Daniel e per tutti coloro che, come lui – conclude Papa Francesco – sono stati feriti nella loro innocenza, perché Dio li risollevi e li guarisca, e dia a noi tutti il suo perdono e la sua misericordia”.








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