2017-02-14 15:43:00

Il Buon Pastore di Kolwezi


Quando tre Good Shepherd sisters, partner locali della Fondazione Internazionale Buon Pastore, sono arrivate alla fine del 2011 a Kolwezi, in Repubblica Democratica del Congo, si sono trovate a lavorare in una non-comunità. Nel villaggio minerario di Kanina, infatti, oltre 32.000 persone vivono di ASM (Artisanal and Small Mining), la forma più pericolosa e precaria di impiego nel settore estrattivo che attrae ex-soldati e disperati di vario genere in cerca di fortuna da tutto il paese.

L’ASM è proliferata a seguito di un compromesso sancito dal Codice Minerario del 2002. Per garantire accesso universale alle risorse, il Codice garantisce che tutti i Congolesi possano ottenere una licenza di estrazione ed esercitarla nelle aree designate. A Kolwezi migliaia di ASM hanno occupato negli anni le concessioni di Gécamines, la compagnia statale, che li ha lasciati proliferare senza pianificazione e senza offrire alternative di sviluppo.

Il clima di anarchia dominante nell’ASM ha contribuito nel tempo ad alimentare gelosie, sospetti e divisioni.Per migliorare le condizioni di vita, in particolare dei bambini e delle donne, senza creare ulteriori fratture all’interno della comunità, l’intervento della Fondazione Internazionale Buon Pastore è stato organizzato in 5 progetti distinti e correlati,  per affrontare contemporaneamente le diverse cause che alimentano questo ciclo di sfruttamento, povertà e violenza.

Ne parliamo con Cristina Duranti e con Simone Capolupo, rispettivamente direttrice e responsabile progetti della Fondazione Internazionale Buon Pastore








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