2017-02-14 07:00:00

Libro di Nello Scavo sui cristiani perseguitati del nostro tempo


“Chi uccide i cristiani?”, “Perché il cristianesimo è oggi il culto più odiato del pianeta?” Sono alcune domande che si pone Nello Scavo nel suo nuovo libro “Perseguitati”, edito da Piemme. Il volume è un’indagine “sul campo” realizzata dal giornalista di Avvenire nei luoghi dove i cristiani sono vittime di persecuzioni e umiliazioni di ogni genere, dal Medio Oriente all’America Latina. Una realtà terribile, spesso ignorata dai grandi media, nonostante che il 75% delle violenze perpetrate contro una religione riguardi proprio i cristiani. Nell’intervista di Alessandro Gisotti, Nello Scavo si sofferma sui punti più significativi del suo libro:

R. - L’idea del libro è nata dopo molti viaggi, reportage che avevo scritto per Avvenire, nel corso dei quali mi ero misurato tante volte con la sofferenza, anche l’eroismo, di tanti cristiani perseguitati. Così ho deciso poi di continuare in questo percorso andando nei luoghi, laddove fosse possibile, nei quali queste comunità vivono questo martirio quotidiano. Provo a fare qualche esempio: ci sono dei Paesi nei quali ai cristiani non è permesso studiare, altri nei quali, invece, le condizioni di lavoro sono estremamente infime. Poi ci sono realtà più recenti; penso soprattutto a quello che sta accadendo in Siria, laddove decine di migliaia di cristiani si trovano letteralmente a fare gli schiavi nei campi di lavoro in Turchia. Ho incontrato anche dei bambini piccolissimi, tra gli otto e i 12 anni, che lavorano da schiavi in alcune sartorie turche dove, ironia della sorte, producono, tra l’altro, le tute mimetiche che poi vengono vendute ai militari dell’Is, i responsabili della sparizione dei cristiani da quelle terre.

D. - Un’altra cosa che colpisce di questo libro, è che ha una visione il più globale possibile. Tu sottolinei come la situazione, per motivi diversi, sia grave anche in Asia, in Africa, in America Latina appunto, …

R. - Sì, anche in Europa! Bisogna dire una cosa: alcune volte i cristiani sono utilizzati come trofeo in una guerra tra gruppi islamici. Ci sono delle realtà nelle quali fazioni sciite e fazioni sunnite si contendono spazi di potere e la corsa a dimostrare di essere più forti viene svolta uccidendo cristiani; quindi "più cristiani uccido, più dimostro di essere forte". Questo solo per fare un esempio. Ma c’è anche il caso dell’Europa. Ho seguito il viaggio per centinaia di chilometri di alcuni gruppi di cristiani siriani che provavano, attraverso i Balcani, ad entrare in Europa per cercare di costruirsi una possibilità di vita, di sopravvivenza, rispetto alla strage continua che avviene in Siria. Questi cristiani venivano regolarmente respinti; penso a Paesi cristiani come l’Ungheria nel quale è stato eretto un muro. Questi ragazzi non riuscivano a spiegarsi come fosse possibile che dei Paesi cristiani respingessero degli altri cristiani provenienti da zone di guerra.

D. - Colpisce veramente leggere le persecuzioni, le violazioni, l’umiliazione più totale che viene perpetrate a nei confronti delle donne cristiane in tante parti del mondo …

R. - Quello che accade soprattutto in Medio Oriente è davvero impressionante. Le testimonianze raccolte tolgono davvero il respiro. Vi è, questo va detto, in una parte della cultura islamica di queste terre islamizzate, un totale disprezzo della figura femminile. Le donne cristiane, in questo senso, non hanno alcun diritto a vivere una vita normale. Ho trovato perfino i documenti di alcune corti islamiche che hanno regolamentato la schiavitù delle donne cristiane. Ma si è arrivati al punto di un mujaheddin che si "innamora" di una donna cristiana sposata. Questo uccide il marito con il pretesto di uno scontro in zona di guerra e subito dopo, acquisterà la donna quasi come fosse trofeo di guerra e naturalmente, dopo averla utilizzata, la metterà in vendita al mercato degli schiavi che si svolge ogni settimana.

D. - Che cosa vuoi dare a chi leggerà? Soprattutto a un Occidente un po’ assopito che è forse troppo lontano, un po’ indifferente al fatto che c’è gente che per andare la domenica a Messa rischia la vita …

R. - Spero anche di poter fornire delle storie di speranza, perché dentro a questi racconti a questi reportage ci sono anche le vicende di tanti cristiani che sono stati aiutati, per esempio, da molti musulmani a fuggire o a esser protetti in zone di guerra o di quei tanti cristiani che non hanno accettato la logica dello scontro e che per questo riescono comunque a testimoniare un’idea di cristianesimo radicalmente legata al Vangelo. Ovunque le comunità cristiane si tenta di spazzarle via, queste ricrescono e riscescono più forti di prima.








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