Più di 2.500 persone, tra studenti, professori e personale dell’Università, si sono radunate nello spazio di fronte il rettorato per ascoltare le parole del Papa. Per tanti un incontro emozionante. Alessandro Guarasci:
Tanti ragazzi, ma anche professori, sono arrivati alle 6 di mattina per vedere il Papa da vicino. Questo è il più giovane ateneo romano e cerca di fare dello scambio tra culture un suo punto di forza. L’invito al dialogo, ad aprirsi, hanno stimolato tanti studenti:
R. - Mi ha impressionato come abbia compreso le difficoltà dei giovani neolaureati, disoccupati, e quindi cercare di mettersi nei loro panni per dare una mano anche con qualche parola.
R. - Sicuramente ci ha dato un messaggio di speranza e una visione ottimistica del mondo. Siamo stati più attenti ai giovani, all’università, a quello che sarà il mondo domani.
R. - Il vigore con cui ha rimarcato il ruolo dell’università e la distinzione tra università ideologiche e università che seguono la terza missione con un altro approccio.
R. - Parole semplici ma di grande classe allo stesso tempo. Ci fa capire che sta tutto nelle cose semplici… Con il dialogo si sconfigge la violenza.
R. - Avere anche una pace interiore all’interno della famiglia porta anche la pace fuori. Proveremo a seguire direttamente l’insegnamento di oggi.
Il rettore di Roma Tre Mario Panizza parla di un ateneo "senza recinti" che vuole dare la parola a tutte le culture, aperto a tutta la città:
R. - Non avere paura perché solo conoscendo si scongiura la paura.
D. - Vi ha dato una spinta ad aprirvi ancora di più all’esterno, questa visita?
R. - Ci apriamo abbastanza, sicuramente lo faremo sempre di più. Se uno non ascolta non riesce neanche a parlare. Questo mi sembra che sia proprio il segnale più importante, la traccia sia per i ragazzi che per noi educatori.
Insomma, Roma Tre riparte anche da questo incontro per rilanciare il ruolo dell’università nella società italiana.
All the contents on this site are copyrighted ©. |