2017-02-18 15:30:00

Presidenziali in Ecuador: probabile il ballottaggio


Elezioni presidenziali questa domenica in Ecuador. Il presidente Rafael Correa, del partito di ispirazione socialista, Alianza País, lascia la più alta carica del Paese dopo 10 anni. Sembra potergli succedere Lenín Moreno, già vicepresidente, al quale i sondaggi assegnano un 30% di consensi. Il servizio di Giancarlo La Vella:

L’Ecuador forse alle soglie di un cambiamento che potrebbe far virare l’asse politico dalla sinistra al centro-destra. Lenín Moreno, delfino di Rafael Correa, probabilmente non ce la farà a vincere al primo turno. Dovrebbe riuscire ad ottenere il 40% dei consensi, con un distacco di almeno il 10% sul secondo candidato. Questo è quello che prevede la legge elettorale in Ecuador. Molto più verosimilmente si andrà al ballottaggio del 2 aprile e a Moreno potrebbe venire a mancare il supporto soprattutto dei movimenti indigeni, insoddisfatti dalla politica di Alianza País, per quanto in Ecuador siano riconosciuti i diritti e le diversità culturali delle varie realtà etniche locali. Potrebbero rientrare in lizza i candidati del Movimiento Creo e del Partito Social Cristiano. Il Paese, indipendente sin dal 1830, è una repubblica dal 1832, dopo essere stata colonia spagnola per lungo tempo e dopo aver fatto parte per alcuni anni della Grande Colombia, uno Stato che comprendeva oltre l’attuale Colombia, anche Venezuela e Panama, fondato da Simon Bolivar, il liberatore delle Americhe dal dominio spagnolo. Chiunque vinca dovrà comunque affrontare una situazione economica difficile, aggravata dalle conseguenze del devastante sisma dello scorso aprile, che ha causato danni pari a 3 miliardi e 400 milioni di dollari. Ma queste elezioni, alle quali sono chiamati quasi 13 milioni di cittadini, molti gli indecisi, rivestono un’importanza per tutta la regione latino-americana. Quest’anno ci saranno elezioni presidenziali anche in Honduras e Cile e tutta la regione potrebbe essere politicamente ridisegnata. Giulia Angelucci ne ha parlato con Piero Gorza, esperto dell’area e docente all’Università di Torino: 

R. – Sicuramente in Sudamerica si sta vivendo la crisi dei partiti della sinistra, questo è evidente: lo vediamo in Venezuela, lo vediamo in Brasile… C’è un’affermazione dei partiti della destra o almeno del centro, dei partiti più apertamente neoliberali… La partita è sicuramente aperta. E’ probabile che in Ecuador si vada al ballottaggio.

D.  – Ci saranno nel corso del 2017 altre elezioni in America Latina: come potrebbe mutare lo scenario politico?

R. – Come dicevo, c’è un’emergere delle destre… Sarà da vedere cosa capita in Bolivia, perché, comunque vada l’esperienza di Morales, è un’esperienza lunga. C’è il tentativo di Morales, cosa che non ha voluto Correa, di riproporsi per la quarta volta come candidato presidenziale ed effettivamente ha ottenuto una serie di risultati pur a volte scivolando un poco su posizioni populiste, ma con una reinvenzione della tradizione; però la Bolivia sarà l’altro luogo in cui si giocheranno un po’ gli equilibri sudamericani.








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