2017-02-22 14:57:00

La Ue all'Italia: siete a rischio procedura, manovra correttiva


L’Italia osservata speciale della Commissione Europea. Bruxelles infatti guarda con preoccupazione alla crescita del debito e all’assenza di riforme strutturali. Per ora però non scatta la procedura d’infrazione. Alessandro Guarasci:

L’Italia ha i conti in rosso, o almeno così dice Bruxelles. Secondo infatti il rapporto sul debito della Commissione Ue, se il governo non attuerà "in modo credibile" le misure per la correzione dei conti pubblici "di almeno lo 0,2% del pil" entro il mese di aprile, la Commissione considererà non rispettata la regola del debito. A quel punto la decisione di aprire una "procedura per disavanzi eccessivi" sarà presa "in base alle previsioni di primavera 2017". L’economista Alberto Quadrio Curzio:

"Se si facesse una manovra correttiva che va a pesare significativamente sulle condizioni di investimenti e di assunzione di giovani nel mondo produttivo, certamente la crescita non ne beneficerebbe. Se si fa una manovra correttiva, tagliando determinati sprechi, di questo, secondo me, la crescita ne risentirebbe ben poco. Ma nel momento in cui non c’è un governo in sella, questo è in sella ma tutte le incertezze che si profilano davanti a lui non sono certo incoraggianti, la risoluzione di questo dilemma su dove gravare la manovra stessa non è facilmente configurabile".

Addirittura per la Ue, l’Italia, con una bassa produttività e un alto debito pubblico, è un pericolo per gli altri paesi Ue. Dunque servono le riforme. Il presidente degli artigiani Cna, Daniele Vaccarino:

“Oggi è necessario andare sempre avanti con le riforme; chiaramente, le riforme che riguardano il mondo del lavoro devono continuare ad avere una priorità. Noi riteniamo che sia necessario sostenere assunzioni a tempo indeterminato per fermare questo fenomeno della precarietà che sicuramente non è quello che serve, per esempio, al sistema delle piccole imprese; così come bisogna arrivare a una tassazione più equa che permetta alle imprese di avere più soldi per investire”.

Il fatto è che in Europa convivono diverse anime, come dice ancora Quadrio Curzio:

“All’interno della Commissione europea ci sono diverse sfumature: c’è quella più politica, che tra l’altro apprezzo molto, che fa capo a Juncker e a Moscovici; c’è quella più tecnocratica che fa capo al commissario vice presidente, Dombrovskis, molto attenta alla cifra numerica delle misure prese”.

Dunque, per Bruxelles al massimo entro aprile vanno presi provvedimenti, perché sono a rischio i conti del 2016 e del 2017. Ma questo non deve deprimere l’economia, dice Vaccarino:

“Temo che un nuovo restringimento delle piccole possibilità che ci sono state in questi anni, per le imprese – per esempio – di investire, o anche sugli interventi pubblici che possono avere qualche creazione di occupazione rischiano magari di essere di nuovo fermate. Quindi noi auspichiamo che l’Europa sia più attenta a quello che sta accadendo nell’intero sistema e non si fissi sullo 0,1% o 0,2% di qualche Stato”.

Insomma, questa primavera si annuncia come un braccio di ferro tra Roma e Bruxelles. 








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