2017-02-27 16:51:00

Parroco a Magliana: "Periferia con solidarietà sorprendente"


 

Pozzanghere che non si riassorbivano mai, fogne a cielo aperto che attraversavano l’intero quartiere, telefoni pubblici inesistenti. Così nasceva Magliana, il quartiere romano costruito in tutta fretta in una conca sotto il livello dell’argine del Tevere. Storicamente caratterizzato dalla lotta degli abitanti per l’autoriduzione degli affitti, ospita 35mila persone su 42 ettari di superficie. "Qui per rispettare le proporzioni di aree verdi pubbliche per abitante, bisognerebbe avere un parco come Villa Doria Pamphili", commenta Carlo Cellammare, docente di Urbanistica all'Università La Sapienza, con cui continuiamo a visitare le periferie della Capitale. 

"Il Comitato di quartiere qui si è sempre distinto per la sua opera di controinformazione e la coesione tra gli abitanti", ci racconta Beppe,il presidente. "Ma quella coesione tipica degli anni settanta è rimasta soprattutto tra le persone anziane, molto di meno tra i giovani". E aggiunge: "Negli ultimi due anni stiamo subendo degli attacchi da parte di organizzazioni di Destra che stanno cercando di fomentare la gente contro gli immigrati. In realtà noi non abbiamo particolari problemi di convivenza, tanto che questo era noto per essere il quartiere dalle mille associazioni e comitati". 

L'opera di reinterramento dei primi due piani dei palazzi non è mai stata realizzata, perché non fattibile, e il Parco Tevere Sud - costeggiato da una pista ciclabile che è uno splendido esempio per tutta la città - è bonificato solo per la lunghezza di un chilometro: "Ci sono belle prospettive qui - sottolinea Cellammare - basterebbe, come altrove a Roma, attrezzarle e renderle fruibili". Con Alessandro Ricca, neolaureato con tesi su questo territorio, esploriamo quest'area verde, l'unica e per di più monca, per la quale è naufragato un finanziamento da parte del Comune (18 mld. delle vecchie lire) stanziato nell'ambito del piano di recupero urbano previsto per Magliana ed altri dieci quartieri popolari di Roma. "Il parco è vissuto dai cittadini ma si sono stufati di averne cura solo loro. E poi si trova al di là dell’argine, in quella parte che i cittadini non sono invogliati a superare, è un vero e proprio muro. Molti bambini non sanno nemmeno cosa ci sia oltre". Qui sorge anche la ex scuola 8 marzo, un palazzo costruito come residenza privata nell’epoca della speculazione, caduto in stato di abbandono, a rischio crollo, mentre tutti latitano. I numerosi progetti per il suo recupero sono finora stati vanificati e ne è nata una occupazione abusiva. Ci vivono famiglie con minori, circa duecento persone. "E’ diventato un problema sociale per il quartiere e bisognerebbe trovare una soluzione", spiega Ricca, con cui incontriamo uno degli occupanti.

Alla parrocchia San Gregorio Magno, visitata da Papa Francesco tre anni fa, è appena cominciata l'attività oratoriale con pranzo insieme ai ragazzi e pomeriggi di studio e svago. "Magliana non è un quartiere dormitorio ma un quartiere vivo - ci dice il parroco, don Giampiero Palmieri, qui da soli quattro mesi - e c’è una rete di solidarietà che stupisce. Io vengo da una zona di Roma nord dove non c'erano, per esempio, realtà a favore della disalibità. Qui ce ne sono moltissime, invece. Quando il Papa ci invita ad essere Chiesa in uscita, vuol dirci che le cose non si vedono bene se non ad una certa distanza, dalle periferie, appunto. Non è immaginabile, infatti, che i problemi si possano risolvere a partire dal ‘centro’. Lo sguardo plurale, a partire dai luoghi dove la realtà si diversifica e si frastaglia, ci fa vedere un sottobosco che ci sorprende, vitale, bello, che esprime il meglio di sé. Questa Roma degradata dovrebbe ripartire proprio da qui, mettendo insieme le forze più sane. C’è bisogno di un risveglio etico che parta dalla gente normale, dalle famiglie, da chi si da da fare per lavorare, per offrire con sacrificio una educazione di un certo tipo ai figli, dagli anziani che tramandono certe visioni e certi valori. Ci sono. Esistono". 








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