2017-02-27 14:36:00

Vescovo di Teramo: San Gabriele, esempio di speranza per i giovani


Oggi la Chiesa ricorda San Gabriele dell'Addolorata, il "Santo del sorriso". Una vita semplice, ma con molte sofferenze che lo portarono alla morte alla giovane età di 24 anni. Il suo esempio di vita, straordinario nella sua ordinarietà e nel totale abbandono alla volontà del Padre, continua ad affascinare ed attirare i giovani di tutto il mondo che ogni anno si recano a venerare le sue spoglie mortali che sono conservate al Santuario di Isola del Gran Sasso, in Abbruzzo, dove il Santo visse negli ultimi anni della sua esistenza terrena. Il servizio di Marina Tomarro:

Era la mattina del 27 febbraio del 1862 quando “al sorgere del sole” Gabriele, promettendo di ricordare tutti in paradiso, chiede perdono e preghiere. Poi muore confortato dalla visione della Madonna che invoca per l’ultima volta: “Maria, mamma mia, fa’ presto”. Termina così la vita terrena di San Gabriele dell’Addolorata e quel momento di transito è stato ripercorso questa mattina nel Santuario a lui dedicato, come ci racconta mons. Michele Seccia, vescovo di Teramo-Atri:

R. – Convergono pellegrini anche da parecchio lontano, soprattutto dalle regioni circostanti, dalle Marche, dall’Abbruzzo. San Gabriele dell’Addolorata è un Santo giovane, ma molto amato. Il grande Santuario questa mattina era pieno di gente. Mi ha veramente commosso vedere tutte queste persone e il modo in cui partecipano a questi momenti.

D. - Perché la figura di San Gabriele è così cara e attira ogni anno milioni di fedeli al Santuario?

R. - L’unica interpretazione che posso dare è questa: è un giovane che essendo nato ad Assisi, ha ripercorso, in qualche modo, lo stile di vita di San Francesco. Giovane, gli piaceva ballare, veniva da una bella famiglia, era molto bravo a scuola, ma molto serio dal punto vista della fede, dell’educazione morale che aveva ricevuto in famiglia. E solo a 18 anni Gabriele decise di intraprendere la via della consacrazione religiosa presso i passionisti, finendo qui, ad Isola del Gran Sasso.

E dopo la sua morte per i primi anni la sua figura sembrò quasi dimenticata, fino a quando nel 1892 i frati passionisti decisero di trasferire in un altro luogo il corpo del futuro Santo ma fu impossibile. Infatti, la gente si oppose a questa decisione, mentre  cominciarono ad accadere le prime prodigiose guarigioni. Da allora sono migliaia i miracoli avvenuti attraverso la sua intercessione. E San Gabriele è ricordato anche come il "Santo dei giovani", perché attraverso il suo esempio virtuoso di fede lascia un segno di speranza nelle nuove generazioni, come ci spiega ancora mons. Seccia

R. – Amare la vita amando Dio. Amare Dio per godere della vita, perché anche all’insegna della passione quando c’è il sacrificio, il sacrificio è la moderazione nella propria vita. Pensiamo ad oggi, quante libertà sfrenate ci sono ... San Gabriele, invece, ha dimostrato che si può essere felici anche nella malattia. È un messaggio attualissimo per la nostra gente, per la nostra regione perché, pur non avendo la grave e grande distruzione che gli eventi sismici hanno portato poco più a Nord, nella diocesi di Teramo abbiamo appena 180 chiese dichiarate inagibili e con le grande nevicate di una settimana, dal 15 al 22 gennaio scorsi, i danni sono notevolmente aumentati. Ora si è aggiunto anche un altro fenomeno: con le frane, si sta muovendo la terra in due o tre punti della diocesi. Ho dovuto raccomandare ai fedeli presenti di mettere questa intenzione, perché nessuno perda la speranza, si risvegli la solidarietà e soprattutto diventiamo tutti solidali in questo momento non facile per tutta la diocesi.

D. - E San Gabriele è stato, appunto, anche il "Santo della solidarietà". Ma a lei cosa rimane di questo Santo? Cosa la colpisce?

R. - Personalmente colpisce proprio come un giovane a 18 anni sia capace di fare delle scelte; come il Vangelo continua ad infervorare, a chiamare, ad essere veramente il Libro della vita, la Parola della vita per dare senso all’oggi e avventurarsi in un domani carico di speranza perché, se certe scelte si fanno per fede, la speranza è la conseguenza più immediata. Andare oltre l’evidenza, perché l’amore di Dio è più forte di qualunque ostacolo.








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