2017-03-01 13:50:00

Sisma: dopo sei mesi ancora nessun aiuto agli allevatori


A oltre sei mesi dal primo violento terremoto in centro Italia, dell’emergenza non si sente quasi più parlare, eppure il momento della ricostruzione è ancora lontano. Mentre imperversa la polemica per le casette di legno che ancora non ci sono, si apre il fronte della sistemazione provvisoria degli oltre 9mila sfollati nelle strutture turistiche locali e della costa adriatica. Lenti i controlli per le verifiche di agibilità degli edifici rimasti in piedi, farraginose le trafile burocratiche, contradditorie le informazioni delle Regioni. A tutto questo si aggiunge il danno subito dagli allevatori, che hanno visto morire per il freddo almeno 400 capi di bestiame. Il servizio è di Stefano Leszczynski:

La terra continua a tremare nelle aree del centro Italia già colpite dal devastante sisma di agosto e di ottobre. La Val Nerina, dove scorre il fiume Nera, è ancora chiusa. Eppure alcuni allevatori sono riusciti lo stesso a superare l’inverno. Lo hanno fatto – denunciano – senza aiuti dallo Stato o dalle Regioni. Solo 30 stalle in tensostruttura sono state realizzate, ma del tutto inadeguate ad accogliere il bestiame.  La situazione ce la descrive Augusto Batassa, allevatore di Castesantangelo sul Nera:

R. – Non ci sono le istituzioni, noi siamo abbandonati a noi stessi.

D. – In che condizioni è il paese?

R. – Il paese è distrutto completamente perché le case agibili saranno due, forse tre. Il resto del paese è crollato completamente. Le strade sono disastrate. Le acque del fiume Nera sono aumentate in maniera impressionante. Noi stiamo qui per tigna, perché siamo tignosi! I “marchigiani tignosi”…

D. – Lei è un allevatore di bovini? Siete rimasti tutto l’inverno in che condizioni?

R. – Bruttissime.  A gennaio, quando ha fatto quella nevicata, ho trovato 10 persone che sono rimaste qui con me, 5 allevatori e alcuni ragazzi che lavorano qui alla Nera e alla Svila di Visso. Mi hanno aiutato loro a scaricare il tetto, altrimenti sarebbe crollato tutto. La stalla è completamente inagibile e l’ho dovuta riadattare. Se aspetto – ancora sto aspettando! - i moduli abitativi per il bestiame da parte della regione Marche, passeranno altri 10 anni!

D.  – Non sono arrivate le tensostrutture, le stalle di emergenza che dovevano aiutarvi con il bestiame?

R. -  Niente. Qui non è arrivato assolutamente niente! Sono arrivate donazioni, foraggi e mangimi da parte di privati. Ma le istituzioni ci abbandonato a noi stessi.

Il caos normativo e le difficoltà burocratiche sono all’origine della mancata assistenza. Eppure nessuno si assume la responsabilità di applicare le deroghe previste per situazioni di tale emergenza, come denuncia Giovanni Lattanzi, coordinatore nazionale del GUS, Gruppo Umana Solidarietà, che ha assistito alcuni allevatori della zona:

R.  – Che cosa costava prendere in mano la situazione e invece di avere una ditta - una sola ditta per tutte le regioni che hanno subito il terremoto - prendere tutte le ditte che fanno le stalle e costruire stalle per tutti quanti? C’è la possibilità di farlo, c’è un articolo del codice degli appalti che in caso di calamità si può derogare alla legge sugli appalti. Basta solo prendersi la responsabilità. Allora, se qualcuno si prende la responsabilità, si riesce ad andare velocemente. Qui mi sembra ci sia uno scaricabarile e nessuno si vuole prendere la responsabilità. Servono risposte chiare che non stanno arrivando da nessuna parte. Dal 30 di ottobre del 2016 non si è mosso nulla.








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