2017-03-02 14:30:00

Campagna di Oxfam Italia contro la fame in Senegal e Sudan


Oxfam Italia ha lanciato la sua campagna “Sfido La Fame”, finalizzata al sostegno di comunità rurali di Senegal e Sudan, per un totale di 13mila persone da raggiungere. Secondo Oxfam, al mondo ancora 795 milioni di persone soffrono la fame e di queste la maggior parte vive in Paesi in via di sviluppo. Al microfono di Roberta Barbi, ci parla della campagna la responsabile per la Sicurezza alimentare di Oxfam Italia, Giorgia Ceccarelli:

R. – La campagna “Sfido La Fame” è una campagna di raccolta fondi di Oxfam Italia, che si concentra essenzialmente su progetti di sviluppo rurale e imprenditoriale che sfidano la povertà e la fame in alcuni villaggi del Sudan e del Senegal in cui lavoriamo. Con questa campagna cerchiamo, quindi, di assicurare la sostenibilità del nostro intervento in questi Paesi, agendo direttamente al fianco delle comunità locali e, in particolare, delle donne.

D. – Come mai avete scelto di puntare sulle donne?

R. – Puntiamo sulle donne per la loro grandissima capacità di poter contribuire allo sviluppo delle loro famiglie e al benessere di intere comunità. Si stima infatti che un aumento di reddito di 10 dollari per le donne determina lo stesso impatto positivo, sui livelli nutrizionali e di riduzione dei problemi di salute di una famiglia, che si raggiungerebbero, invece, con un aumento di reddito di 110 dollari per gli uomini. Questo, chiaramente, è indice di una maggiore propensione delle donne a proteggere, a investire sul futuro dei propri figli.

D. – I fondi raccolti stavolta serviranno a sostenere comunità agricole in Senegal e in Sudan. È dunque dall’Africa che arriva l’allarme fame più grave?

R. – Sì, purtroppo è così. Sono 795 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono la fame: una persona su 9 a livello globale. Questa relazione aumenta a uno su 4 per quanto riguarda il Continente africano. Davvero un numero sproporzionato di persone, considerando anche il fatto che il 70 per cento di queste vive in zone rurali e si occupa di agricoltura. Il paradosso è proprio questo: soffre la fame chi in realtà il cibo lo produce. A livello globale le donne rappresentano circa il 40-45 per cento della forza lavoro in agricoltura mentre in Africa questa percentuale arriva anche al 60 per cento.

D. – “La fame - scrivete voi - non è una condizione inevitabile, ma un’ingiustizia da sconfiggere”. Davvero è possibile eliminarla nell’arco temporale di questa generazione?

R. – Sì, dobbiamo fare tutti gli sforzi necessari per poterlo fare. Non è un problema di quantità di cibo perché se ne produce molto più di prima. Il problema è proprio di accesso al cibo, di accesso alle risorse produttive, di accesso alle opportunità. È, quindi, un problema di disuguaglianza: c’è chi può accedere e chi non può accedere; c’è chi ha delle opportunità e chi non le ha e c’è chi quindi poi, alla fine, è costretto a migrare, a muoversi, ad affrontare anche viaggi molto duri, anche molto complessi e pericolosi come quelli di cui leggiamo ogni giorno sui nostri giornali.

Fino al 31 marzo si potranno donare 2, 5 o 10 euro con sms solidale o chiamata da numero fisso al 45528.








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