2017-03-02 15:18:00

Dopo ddl su minori non accompagnati si attende legge cittadinanza


Una conquista di civiltà: è quella che si è consumata ieri al Senato che ha approvato il disegno di legge sui minori stranieri non accompagnati che ora torna alla Camera. Grande la soddisfazione di tutti coloro che ritengono che sia stato compiuto un grande passo in avanti nei diritti e che ora spingono perché si raggiunga un altro importante traguardo. Francesca Sabatinelli:

E ora si passi alla nuova legge sulla cittadinanza. Sulla spinta del sì al ddl sui minori stranieri non accompagnati, in molti chiedono che si mantenga una promessa: riformare la legge sulla cittadinanza introducendo uno ius soli temperato. Ma il clima attorno all’argomento fa presagire che ancora una volta si supererà il punto a favore di temi per la politica più appetibili, come la riforma della legge elettorale. E poco importa se ad aspettare che si prendano decisioni sono giovani di seconda generazione, circa un milione, figli di immigrati senza cittadinanza che ad oggi vivono gravi limiti, e non pochi, legati all’inerzia politica. Maruan Oussaifi, italo-tunisino, responsabile nazionale giovani presso Anolf Cisl nazionale e vicepresidente Anolf Cisl nazionale:

“Purtroppo, questa riforma della legge sulla cittadinanza è depositata presso la Commissione affari costituzionali del Senato dopo essere passata dalla Camera dei Deputati, ed è passato oltre un anno e mezzo. Troppo tempo! Più volte noi abbiamo fatto appello alla politica, a tutti i partiti politici al governo, affinché si sbloccasse questa impasse presso questa Commissione e si desse finalmente a questi ragazzi il diritto di sentirsi pienamente cittadini italiani. Purtroppo ci sono alcuni partiti politici che fanno di tutto, come la Lega Nord, per non far passare questa riforma e così fanno ostruzionismo: sono stati mandati in Commissione oltre 7 mila emendamenti. Riteniamo questo un fatto molto grave e facciamo appello alla politica affinché si richiami a un senso di responsabilità, dando a questi ragazzi l’opportunità di sentirsi italiani al cento per cento”.

Sono italiani ma non possono sentircisi. Perché l’attuale legge non garantisce loro il diritto di esserlo. “Siamo figli d’Italia”, ripetono questi giovani non riconosciuti. Lo Ius soli temperato prevede la cittadinanza italiana per chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo:

“Questi ragazzini che sono nati e cresciuti qua, e quindi che frequentano le nostre scuole, che crescono insieme ai nostri bambini italiani, si sentono italiani fin dalla nascita; poi arrivano a quando, a 14 anni, devono fare la fila in questura per richiedere il permesso di soggiorno, secondo la normativa vigente sull’immigrazione, il testo unico sull’immigrazione, la famosa Turco-Napolitano. Ed ecco che si trovano in una situazione in cui pensano: 'Fino a ieri mi sentivo italiano, stavo bene insieme ai miei amici e compagni italiani, ma poi invece il governo, lo Stato, mi considera straniero. Quindi io ancora devo avere un permesso di soggiorno per poter vivere in un Paese in cui sono nato e cresciuto'. Questa è la cosa più imbarazzante, per questi ragazzi. E posso aggiungere ancora che la politica non rispecchia il popolo italiano, le considerazioni che fa il popolo italiano: e questo è un dato di fatto, ineludibile”.

Purtroppo però il consenso degli italiani verso lo Ius soli è in calo, colpa di una politica allarmista. Dall’80% dei consensi del 2014 si è passati al 70 di oggi. E’ quella delle seconde generazioni un’immigrazione silenziosa, come la chiama Maruan, perché non fa rumore, non va sui media nazionali, e che però convive con gli italiani, nelle scuole e nelle università, ma da ghettizzata:

“Ci sono certamente delle differenze sostanziali: non possono fare i concorsi pubblici, non possono viaggiare all’estero se è una gita scolastica, prima non potevano fare il servizio civile, sebbene fortunatamente ora sia stata fatta la riforma di questo servizio civile universale. Insomma, ci sono determinati limiti e hanno un permesso di soggiorno. Poi, per come è formulata l’attuale legge sull’immigrazione, ci sono tempi lunghissimi sul rinnovo dei permessi di soggiorno e a volte rischi anche di cadere nell’illegalità. Quindi, noi stiamo parlando di ragazzi che sono nati e cresciuti qua, che hanno un permesso di soggiorno e che rischiano addirittura di essere espulsi. Per questo rinnoviamo l’appello a riformare assolutamente questa legge. Non si può accettare che lì dove l’integrazione ha superato ogni diversità, considerando che anche l’opinione pubblica vuole questa riforma della legge sulla cittadinanza, sia la burocrazia ad alzare le barriere. Quindi richiamiamo tutti i partiti politici a un senso di responsabilità per fare finalmente a questi ragazzi il diritto, ma anche il dovere, di sentirsi cittadini italiani”.








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