Quella che i cristiani di Siria si apprestano a vivere è una “Quaresima amara”, e tra i tanti fattori di sofferenza e mestizia che affliggono le Chiese di Siria c'è l'emorragia di sacerdoti che durante gli anni di guerra civile hanno abbandonato il Paese, privando i fedeli rimasti del loro conforto pastorale. Lo scrive l'arcivescovo Samir Nassar, a capo dell'arcieparchia di Damasco dei Maroniti, nella sua lettera pastorale per la Quaresima.
Duri colpi per la minoranza cristiana
“Le parrocchie” scrive l'arcivescovo Samir Nassar nella Lettera, ripresa dall'Agenzia
Fides “hanno visto il numero di parrocchiani diminuire e le attività pastorali notevolmente
ridotte... La Chiesa di Damasco ha visto la partenza di un terzo del clero (27 sacerdoti).
Si tratta di un duro colpo, che indebolisce la minoranza cristiana già in declino”.
“I sacerdoti rimasti - riferisce l'arcivescovo maronita - prendono in considerazione
la possibilità di trattare la loro eventuale partenza. Aspettano solo che le agenzie
umanitarie arrivino a farsi carico delle famiglie divise”.
La Quaresima, un tempo nel deserto verso Cristo
Proprio in questa condizione di abbandono e di povertà – conclude l'arcivescovo Samir
Nassar - la Quaresima del 2017 ci offre un tempo nel deserto, per considerare la nostra
responsabilità nella Chiesa, in mezzo ai fedeli in difficoltà, e per aprire la strada
verso Cristo Risorto. Cristo luce del mondo, che conosce i cuori degli uomini e delle
donne, ci dice: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò
ristoro”. (A.L.)
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