2017-03-06 13:03:00

Sempre meno bimbi in Italia. Belletti: non s'investe sulla famiglia


Gli italiani sono sempre di meno. Al primo gennaio 2017 si stima che la popolazione residente in Italia scenda a 60 milioni 579mila; 86mila unità in meno rispetto all'anno precedente. Lo riferisce l’Istat, che questa mattina ha diffuso i dati relativi agli indicatori demografici. Alessandro Guarasci:

Oramai è un refrain che dura da qualche anno. Se non ci fossero gli stranieri, la popolazione residente calerebbe in modo ancora più sensibile di quanto avviene ora. Nel 2016 il saldo naturale (nascite-decessi), è stato negativo per 134 mila unità, mentre quello migratorio con l'estero è positivo per 135 mila unità. Dunque i due flussi si equivalgono. Secondo le stime relative al 2016, il calo della popolazione non si presenta in tutte le regioni. Le due regioni più popolose del Paese, Lazio e Lombardia, registrano un incremento del +1,3 e del +1,1 per mille rispettivamente. L'incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella Provincia autonoma di Bolzano (+6,6 per mille), la Regione col saldo negativo più pesante è la Basilicata, con un meno 5,7 per mille. Francesco Belletti, presidente del Centro Studi Famiglia:

“A me pare che sia più importante il clima complessivo di un territorio, di una comunità. Probabilmente in alcune province, in alcuni territori la nascita di un bambino è ancora una bella notizia per le famiglie: non è solo questione di soldi. I soldi c’entrano, le politiche hanno la necessità di spostare risorse nei confronti dei bambini, delle nascite, delle giovani generazioni, ma serve anche l’idea che questi figli siano non un bene privato, non una scelta arbitraria di una persona, ma siano davvero una bella notizia per la comunità”.

E gli italiani sono sempre più vecchi, chi ha più di 65 anni è il 22,3%. Dunque, ancora una volta, il Paese viene salvato dall’ingresso degli stranieri, una tendenza che però recentemente è calata. Franco Pittau del centro studi sull’immigrazione Idos:

“Le migrazioni in entrata sono diminuite perché noi abbiamo una situazione economica pesante; c’è stato un leggero sviluppo che non ha consentito di abbattere la massa dei disoccupati – circa 3 milioni, dei quali quasi mezzo milione sono immigrati – e così gli ingressi per lavoro sono quasi completamente scomparsi. Poche migliaia per lavoro stagionale, poi i lavori qualificati che per legge europea se trovano lavoro possono entrare, non ci sono quote: loro possono venire liberamente”.

Ma è certo che gli stranieri fanno più figli: Le straniere, infatti, hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016, mentre le italiane sono rimaste sul valore di 1,27 figli, come nel 2015. Ancora Belletti:

“Dobbiamo investire sulle famiglie e sui bambini, perché descrive l’idea di qualcuno che poi farà anche impresa. E purtroppo, la politica fa sempre il processo contrario: investiamo nelle imprese e poi vedremo che anche sulla vita quotidiana delle famiglie succederà qualcosa. E la storia sta dimostrando costantemente che questo è perdente, è sbagliato. Non si riesce neanche a rinnovare, a fare impresa, nel nostro Paese …”.

C’è da aggiungere che il numero di italiani che decidono di trasferirsi in un Paese estero nel 2016 cresce del 12,6% rispetto al 2015 ed è quasi triplicato in sei anni. Sull’altro fronte, aumentano pure gli stranieri che prendono la cittadinanza italiana. Ancora Pittau:

“In diverse province, l’emigrazione è leggermente diminuita perché è molto elevato il numero dei cittadini stranieri che diventano italiani, che attualmente saranno all’incirca un milione e 200 mila. E anche questo è un altro motivo per ragionare con serenità. L’emigrazione non scompare; noi abbiamo molte persone che sono di origine immigrata e questo ci fa pensare a come vivere in una società multiculturale e multireligiosa: ci vogliono più accortezze per venirne a capo”.

Insomma, l’Italia cambia, più velocemente di quanto in molti, compresa la politica si aspettano.








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