2017-03-13 10:00:00

100 anni della FACI: le associazioni a tutela della dignità del clero


Compie 100 anni la Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia (FACI). Nata con lo scopo di aiutare a sopravvivere i sacerdoti soprattutto durante gli anni del primo dopoguerra, all’indomani del concordato del 1929 li ha sostenuti nell’amministrazione dei benefici e collaborato alla costituzione dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero. Oggi conta 10mila tesserati tra vescovi, preti e diaconi e continua a stare vicino alle loro esigenze pastorali e personali grazie alla sua presenza capillare sul territorio. Delle origini e delle attività della FACI Federico Piana  ha parlato con il presidente nazionale, don Francesco Scalmati:

R.  – Nacque a Siena per volere di mons. Orlandi nel 1917. Il primo convegno - proprio come si sta per svolgere lunedì a Vicenza durante la fiera Expo’ - fu a Pisa per volere del cardinale Maffi, nel 1917, il primo ottobre, dove intervenne il fondatore mons. Orlandi. Io sottolineerei questo: la Faci ha sottolineato e portato avanti la dignità del clero, questa è la cosa più importante. La dignità del clero: noi siamo accanto ad ogni sacerdote perché abbia la sua dignità. La Faci si è chinata su questi sacerdoti e li ha serviti per dare loro dignità e, soprattutto, l’altra cosa, la rappresentatività.

D. – Perché è importante la rappresentanza?

R. – Perché in base anche al numero, certe commissioni - per esempio, nella commissione che guarda il fondo clero dell’Inps adesso, designati dalla Faci, sono tre, prima erano 5 - anche in base al rapporto numerico, questo è cambiato anche con la riforma che aveva fatto Maroni a suo tempo, queste cose sono cambiate…

D.  – Perché non ci si pensa ma anche i preti hanno la pensione…

R. - Certo,  anche se non hanno uno stipendio, bisogna essere chiari, ma una remunerazione. Noi non siamo stipendiati: abbiamo una remunerazione per il servizio che svolgiamo all’interno delle comunità parrocchiali o dei vari uffici, enti ecclesiastici che siamo chiamati a governare in quanto sacerdoti.

D. – Come vede i prossimi 100 anni della Faci? Di questa “comunità”, l’abbiamo chiamata…

R. - Tutta l’evoluzione umana ci porta a migliorare sotto tanti punti di vista e in tanti settori ma la vicinanza al clero anche nei tempi che cambiano è sempre costante, questa è la cosa importante. Questa costanza nello stare accanto, nel farsi prossimi a tutti i sacerdoti che sono in Italia, a tutti i vescovi che sono ordinari ed emeriti, a tutti i diaconi che si spendono per il servizio alla Chiesa. Questa è la nostra vocazione, questa è la nostra missione. Bisogna guardare all’orizzonte positivamente, con gli occhi di chi si fa illuminare dalla speranza che sempre ci guida  e ci aiuta.








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