2017-03-14 13:38:00

Coldiretti: quasi 22 miliardi il business della agromafie


Si rafforzano, purtroppo, le agromafie in Italia. Le stime sul fatturato sono salite dai 16 miliardi degli anni scorsi a 21,8 miliardi, con la consapevolezza che sono cifre per difetto. E’ quanto emerge dal rapporto presentato oggi da Coldiretti. Ora si attende un aggiornamento delle leggi che regolano il settore. Alessandro Guarasci:

Il giro d’affari delle mafie legate all’agricoltura ha fatto un vero balzo in avanti negli ultimi anni. Tutte attività al di fuori della legge, senza controlli, senza il rispetto dei diritti di chi vi lavora. Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico della fondazione osservatorio sulla criminalità della Coldiretti:

“Vale per le agromafie il discorso dal campo alla tavola… non si negano nulla… nella filiera agroalimentare li troviamo per quanto riguarda l’acquisizione di terreni agricoli, per quanto riguarda l’impianto di aziende agricole, per quanto riguarda il controllo dell’acqua…”.

Il settore alimentare e agricolo tra i bersagli preferiti della criminalità organizzata. Tanto che il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5 mila locali, con una più capillare presenza a Roma, Milano e nelle grandi città. Il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo:

“Tutte azioni che soffocano la concorrenza, abbassano il prezzo per i produttori agricoli e alzano invece il prezzo per il consumatore finale. Ci sono danni anche per la salute dei consumatori, perché adulterazioni, falsificazioni, portano con sé l’utilizzo di prodotti chimici dannosi e pericolosi per la salute. E poi c’è un grande danno di immagine perché il falso prodotto made in Italy figlio delle agromafie danneggia l’immagine della qualità del vero prodotto italiano nel mondo”.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti dice che in un paese civile non possono esserci ghetti come quello di Rignano, dove miglia di migranti venivano sfruttati nelle campagne. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando si augura che la legge sulle agromafie sia presto approvata, acnse servono norme europee:

"Noi non ci siamo dotati e quando dico noi non parlo dell’Italia ma parlo dell’Europa, di uno strumento che sia in grado di vigilare in modo tempestivo ed efficace su questo tipo di fenomeni. C’è bisogno di una procura europea. L’Italia è in prima linea in questa battaglia anche se purtroppo questo sforzo è uno sforzo non assecondato da tutti i Paesi europei perché resistono a molti particolarismi, molte paure che impediscono di avere una giurisdizione almeno su questo punto che sia sovranazionale".

Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina afferma che in tre anni sono stati fatti 370 mila controlli. E anche la nuova legge sul caporalato sta dando i suoi frutti:

"Io però penso che noi abbiamo fatto un gigantesco passo in avanti fondamentale per l’agricoltura italiana a difesa di tantissime imprese agricole che vivono e operano nella legalità. Mi pare che questa legge stia iniziando a dare i segnali giusti, se vediamo anche le ultime settimane, alcune indagini, alcuni fenomeni che sono stati sradicati in maniera più forte, di quanto non è accaduto in passato, non solo nel mezzogiorno".








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