2017-03-14 16:30:00

Trauma terremoto: per vincerlo corsi di resilienza nelle Marche


Le popolazioni terremotate del Centro Italia cercano di tornare alla normalità, dopo le violente e ripetute scosse dei mesi scorsi che hanno portato devastazione materiale, ma anche psicologica. Per vincere la paura che spesso governa le giornate, dei bambini soprattutto, nelle Marche, la Ong Cvm con l’istituto RIRes, dell’Università Sacro Cuore di Milano, ha messo in campo corsi di formazione per cosiddetti “tutori di resilienza". Coinvolti genitori e insegnanti che hanno aderito in massa. I particolari da Paola Simonetti:


 
Un trauma da calamità, come il terremoto, manda in frantumi la percezione della equilibrata quotidianità di coloro che ne sono travolti, per i quali la paura di una nuova scossa diventa ossessione, compagna diabolica di ogni pensiero, distruggendo una positiva visione del futuro, la progettualità e, non di rado, la voglia di farcela.

Una condizione psicologica che, dai più piccoli, viene vissuta con drammatica intensità quando gli adulti di riferimento si perdono in questa spirale di paura. Ma dal gorgo del terrore è possibile uscire, riscoprendo la propria capacità di essere resilienti, ovvero di recuperare risorse interiori, ma anche pratiche, spesso sconosciute, da cui partire per ricominciare e insegnare ai propri figli a guardare avanti a loro volta.
Su questo concetto base si fondano i corsi per “tutori di resilienza” dedicati a genitori e insegnanti, messi in campo nelle Marche, in alcune scuole e residence che accolgono sfollati in diverse province della regione, dalla Ong Cvm con l’istituto RIRes, dell’Università Sacro Cuore di Milano. Gruppi di condivisione, nei quali raccontarsi con le proprie fragilità, scoprendo un filo rosso di similitudine capace di spezzare il senso di solitudine paralizzante. Sentiamo la psicologa del RIRes, Alessandra Cipolla:

"Il gruppo è un forte motore di resilienza, soprattutto in situazioni come quella del terremoto, dove la condivisione e la solidarietà sono strumenti primari che alimentano il senso di appartenenza, fornendo al tempo stesso degli strumenti delle conoscenze, funzionali all’assunzione del ruolo di tutore di resilienza".

Le risorse che un essere umano può scoprire in se stesso sono spesso insperate, istintive, semplici chiavi fantasiose che però aiutano in modo concreto a vincere la paura. Come la soluzione trovata da una mamma per rassicurare il proprio figlio dopo la forte scossa dell’ottobre scorso, un evento che aveva reso il piccolo incapace di tornare a scuola con tranquillità, come ci racconta ancora la dottoressa Cipolla:

"Questa mamma ha proposto la preparazione di una “valigetta del terremoto”, un piccolo kit di sopravvivenza, contenente una piccola torcia, un pacchetto di fazzoletti, un dentifricio, uno spazzolino da denti e un gustoso snack. Questo è un semplice gesto in realtà che però ha permesso al bambino di tornare a scuola con serenità e fiducia, di riprendere la propria vita senza sentirsi schiacciato da quello che è il peso della passività". 

I corsi, svoltisi tra la fine di febbraio ai primi di marzo sono stati letteralmente presi d’assalto. 191 i partecipanti, con un esubero di richieste che hanno reso obbligatorio ai promotori una replica per i primi di aprile. Un successo forse inatteso, generato dalla esigenza forte dei partecipanti di ritrovare se stessi e gli altri, come conclude la psicologa, Alessandra Cipolla:

"La reciproca narrazione delle esperienze personali ha contribuito spesso alla normalizzazione di reazioni che - se non condivise - apparivano un po’ agli occhi delle persone come esagerate o incomprensibili. Alcune donne ci raccontavano che dal giorno della scossa dormono con la tuta, altre hanno le scarpe posizionate affianco al letto pe potersi preparare più velocemente e quindi uscire prima di casa. La possibilità di condividere queste esperienze ha permesso di sentirsi, in qualche modo, gli uni vicini agli altri e di condividere anche le proprie risorse".

 








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